Alcuni anni fa, un uragano aveva messo in terra il nostro giardino e il nostro bosco: alberi secolari in pochi minuti, durante la notte, erano venuti giù come birilli lasciando nei nostri occhi e nel nostro cuore una sensazione di distruzione e di morte, incredule e sgomente per quanto era successo e per quanto rimaneva a pezzi davanti al nostro monastero, rimasto illeso insieme a noi, per puro dono di Dio. Non fu facile guardare per giorni e giorni quello spettacolo. Ma una certezza nasceva dentro di noi: non saremo andate via lasciando in quelle condizioni quell'angolo di paradiso che per più di 60 anni aveva custodito la nostra vocazione e quella di tante nostre sorelle. Con l'aiuto di tanta gente che ci amava e che amava questo luogo, in pochi mesi di nuovo tutto tornò in ordine e di nuovo il silenzio della natura continuava il suo corso e la gioia nel nostro cuore e la gratitudine scandivano i nostri giorni perché potevamo ancora contemplarlo e ringraziare il Signore per ogni istante che ci concedeva ancora di vivere tra quelle mura.
Poi un uragano inevitabile e ben più triste perchè definitivo ha cominciato a farsi strada nella nostra vita: diverse sorelle, una dopo l'altra, hanno raggiunto la Casa del Padre. In pochi anni siamo rimaste in tre! I Superiori, le nostre leggi e anche il buonsenso ci hanno fatto capire che l'unica strada possibile da percorrere era quella della Soppressione del Monastero. Brutta, bruttissima parola, che non vorresti mai pronunciare nemmeno per un fiore secco figuriamoci per una realtà così grande e bella come è quella della Vita Consacrata Contemplativa! Ma è l'unica parola che la Chiesa ufficiale usa per dire in poche righe che dal tal giorno x quel monastero ha finito di essere un monastero e non esiste più!
Ma è questa davvero la parola più significativa per dichiarare la fine di una vita? Sono passati tre mesi da quando le mie due sorelle ed io abbiamo lasciato la spazio fisico del nostro monastero, ma nel nostro cuore e nella nostra mente nulla sarà mai soppresso ma oggi più che mai è vivo e cammina con noi e dentro di noi.