26/04/08

Cosa avrebbe fatto don Bosco?

Mi sono fatta questa domanda più volte in questi giorni per dei fatti successi nel mio monastero. Tante volte ci è capitato di essere visitati dai fratelli...ladri o curiosi di vedere dal di dentro la clausura! Io non so, in quelle circostanze di tanti anni fa, quali erano le loro intenzioni, ma non era mai capitato di trovarci davanti a loro faccia a faccia. Questa volta è successo con una banda di ragazzi, una quindicina, che incuranti di ben due cancelli e di un muro di clausura alto più di due o tre metri, hanno scavalcato tutto e sono entrati dentro...a giocare alla guerra! Armati di passamontagna e di pistole giocatolo, di pallini e quant'altro, si esercitavano in una possibile guerra futura o reale tra loro stessi! La prima volta, sabato scorso, dopo averli affrontati, non senza una certa paura perché dati i giorni che viviamo non è difficile sentirtela addosso, abbiamo chiesto loro il perché della loro intrusione! Ci hanno detto, con una logica spavalderia che non sapevano dove erano e che non sapevano che era un monastero. Per noi era difficile crederli, dato che vedevamo bene che erano ragazzi e ragazze adolescenti del posto! Poi li abbiamo invitati ad andar via presto perché erano in arrivo i carabinieri e li abbiamo messi in guardia del pericolo che correvano nel giocare nel nostro bosco dove c'è un lago artificiale e diversi pozzi artesiani. Dopo le vicende dei ragazzi di Gravina, si rimane scossi e tra noi si sperava che avessero capito la lezione anche perché nel tentativo di darsi il più in fretta possibile alla fuga avevano preso la via più impervia e si sono ritrovati di certo con qualche graffio di troppo sulla pelle. Ed invece, passato qualche giorno, eccoli di nuovo, gli stessi e alcuni altri nuovi, che con estrema naturalità, invadenti il più possibile, fin sotto casa, ricominciano la loro battaglia! A quel punto i carabinieri sono arrivati sul serio e hanno cominciato a dialogare con loro, noi presenti, sulla gravità del gesto e delle sue inevitabili conseguenze. Ti vedi davanti ragazzi che cominciano a tremare, che ti supplicano di non denunciare, ragazzi figli o nipoti di nostri stessi amici e conoscenti, di famiglie ...per bene! I carabinieri fanno il loro dovere e li invitano a presentarsi in caserma con i loro genitori nel pomeriggio, ma qualcuno comincia a chiedere scusa e piange! Avevo voglia di abbracciarli! Insomma, questa nostra gioventù che si mette nei guai per una stupidata così stupida, ti fanno rabbia, li vorresti anche prendere magari a calci, ma vorresti soprattutto mettere nel loro cuore altri ideali, altri sentimenti, altri giochi e un altro modo di vivere la bellezza dei loro anni! Ed invece sei impotente, sono cresciuti pieni di playstation e di guerre stellari, magari con una nonna o una babysitter che ti sorvegliava, mentre i genitori, per motivi di lavoro, erano sempre fuori di casa ( alcuni genitori lo erano anche oggi! ) e non avevano mai tempo per giocare con loro o per trasmettere loro un altro modo di vivere gli anni più belli della vita. Ti chiedi: sei monaca, non te ne devi preoccupare! Ma senti che anche questo è un lavarsene le mani! Pensi che forse non puoi farci nulla, che ciò che hanno fatto lo rifaranno e magari in situazioni peggiori dove i proprietari risponderanno con altri sistemi più violenti alle loro provocazioni e trasgressioni! Ma cosa avrebbe fatto un don Bosco oggi per trasmettere loro i veri valori della vita e per farli giocare a costruire un mondo di pace e non di guerra? Oggi da noi è finito tutto bene, ma domani in qualche altra casa con un po' di bosco intorno che magari stimola maggiormente la fantasia così da lanciarsi in avventure e in facili e altrettanto pericolosi giochi che possono costarti la vita, cosa accadrà? Ci sarà sufficiente piangere altre morti o altre disgrazie per lavarcene tutti le mani e le coscienze? Ma quanto sono importanti per noi adulti questi nostri ragazzi e giovani di un domani che è sempre più difficile da capire e da affrontare? Con queste domande li affido al Signore e prego per loro, ma prego soprattutto per chi vive con loro e accanto a loro affinchè cerchino di donare loro dei punti di riferimento non facili ma non per questo impossibili. Buona domenica

23/04/08

Il giorno inizia cantando!

Ogni mattina, quando andiamo nel nostro Coro per iniziare la giornata con un tempo di preghiera personale, nel più totale silenzio, resto sempre affascinata dal canto degli uccelli. E' una cosa straordinaria come queste creature, quando cominciano appena ad intravvedersi le prime luci dell'alba, iniziano la loro giornata cantando. Un canto di tutti i tipi, un canto totalmente diverso a seconda che tu ascolti da una parte della casa o da un altro angolo del monastero. E' un canto corale che dura per tantissimi minuti, che da l'impressione di avere davanti una grandissima orchestra con uno splendido maestro che dirige una straordinaria sinfonia di buongiorno al mondo. Ed è ancora più impressionante vedere questi uccelli di tutti i tipi e di tutte le taglie e di tutti i colori, restare fermi, ciascuno al proprio posto, sugli alberi, senza permettersi qualche uscita fuori dal ...coro, magari per un volo improvviso per stiracchiarsi le zampette dopo il sonno notturno! Finché il canto non finisce tutti restano li, al loro posto. D'estate, quando le finestre del nostro Coro sono aperte , diversi di loro continuano a cantare insieme a noi quando cantiamo la nostra preghiera liturgica e quando noi ci fermiamo per le pause tra un salmo e l'altro, si fermano anche loro, per poi riprendere a cinguettare al suono delle note dell'armonium e delle nostre voci. Mi colpisce non solo il fatto che cantino, ma anche il fatto che, passato quel loro tempo ...di canto, dopo vanno anche loro alle loro cose, girano nel cielo, si danno da fare per costruire un nido o per portare da mangiare ai loro piccoli, giocano e cinguettano in un dialogo tutto loro. Alla sera, come chiamati da un misterioso appello, si rifugiano negli alberi e si fa silenzio, per lasciar posto alla vita di coloro che da sempre abitano la notte. Tutto questo mi parla di un armonia che è scritta nella creazione di cui anche io, anche noi, facciamo parte e il cui libro si legge solo in un ascolto attento e ancora capace di stupirsi per quanto ogni giorno mi viene donato. Ma la mia giornata non sempre si apre e si chiude dentro quest'armonia: a volte è difficile cantare per i sentimenti che ti porti nel cuore, è difficile farlo insieme agli altri per le difficoltà dei rapporti inevitabili tra persone diverse, a volte è pesante restare li, finché il tempo del tuo canto sembra non finire mai, ma per fortuna che ci sono loro, queste splendide creature, che mi vengono incontro e mi affascinano ancora con il loro BUONGIONO!

16/04/08

un attimo e vedi l'inferno!

Condivido con chi mi legge su queste righe un fatto molto doloroso che mi ha coinvolto affettivamente ieri pomeriggio. Sto parlando dell'incidente aereo avvenuto in Congo nel quale sono miracolosamente usciti illesi due missionari e alcuni altri passeggeri mentre è molto alto il numero delle vittime sia tra quelle a bordo dell'aereo sia a terra. Sapevo da due giorni che su quell'aereo sarebbe salito un mio carissimo amico per rientrare a Kinshasa, dove risiede con la sua comunità . Aveva passato una settimana di formazione per giovani missionari a Bukavu con i suoi confratelli e prima di rientrare in sede ci siamo sentiti via Internet con Skipe. Pochi minuti di conversazione per dirmi una volta di più la sua gioia d'essere missionario del Regno di Dio, la sua gioia per la comunità nella quale è stato destinato da pochi mesi e per il nuovo apostolato che aveva appena iniziato a Kinshasa. Così ieri pomeriggio quando ho letto il flash della notizia del disastro aereo sulla misna mi sono sentita gelare il sangue addosso. Poi la notizia dei due sopravvissuti e infine la conferma, dopo un giro di telefonate con i suoi confratelli e con i nostri amici , che sono miracolosamente illesi. Lui, il mio amico Padre Pietro è sotto sciok e con poche escoriazioni, ma è andato a casa con i confratelli con le sue gambe. Tiro un sospiro di sollievo, ma mi assale lo stesso un sentimento di dolore e di tristezza per questa ennesima tragedia in un paese a cui non importa a nessuno la vita delle persone e che vanta il primato in campo mondiale per disastri aerei! Penso con affetto e con la mia povera preghiera a tutte quelle vittime e le abbraccio con il cuore affidandole alla misericordia del nostro Dio. Penso alle vittime di ogni tragedia, a quelle che anche oggi hanno perso la vita sul posto di lavoro, a quelle degli incidenti stradali di tutti i giorni e davvero sento di avere un cuore troppo piccolo per poter stringere tutte le loro famiglie in un silenzioso abbraccio di com-passione e di condivisione totale al loro dolore.

13/04/08

Un salmo e tanti ricordi sempre vivi!

All'inizio di questo blog ho parlato di come inizia la mia giornata: aprendo una finestra e guardando all'alba un cielo pieno di stelle, cerco di vivere l'inizio di una nuova giornata con uno sguardo verso l'alto . In questi giorni qui da noi non ci sono proprio le stelle, ma una pioggia costante e il cielo è pieno di nuvole nere, ma dentro di me trovo in ogni caso molte occasioni per vedere il cielo illuminato da tante piccole stelle che attraversano la mia quotidianità . Domenica la chiesa ha celebrato la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, e per me è stato un momento di riflessione e di ricordi, anche perché nella celebrazione dell'ora terza sono rimasta particolarmente colpita da un salmo, il 121, che interpetra bene i miei sentimenti ogni qualvolta ripenso alla mia vocazione e a cosa significa per me essere in questo luogo, non solo spiritualmente ma anche umanamente. Entrare in convento per me è stato proprio un andare ...alla Casa del Signore ed è stato per me un momento di grande gioia che ancora oggi conservo nel cuore. Non c'erano ne familiari ne amici con me, perché non tutti capivano o accettavano la mia scelta, ma c'era solo una grande porta in legno scuro che si è aperta davanti a me come due braccia spalancate dentro le quali mi sono sentita a Casa, con una famiglia mia, con una nuova vita tutta da indovinare e da vivere con infinito stupore e anche...con tantissime risate! Sentivo che la mia vita, come quella di Gerusalemme, era costruita sulla roccia, era salda tra quelle mura che mi accoglievano, che ero li non per me, ma per chiedere pace, amore, riconciliazione, gioia, per quelli che amo, per quelli che amano Dio, per i miei amici e i miei fratelli, per una umanità intera che cerca il Bene senza trovarlo, e che vive spesso un male che l'attanaglia e la uccide. Pregare questo salmo è rinnovare la mia professione religiosa, è rinnovare un si che ogni giorno, dall'alba fino al tramonto loda il Nome del Signore, anche nelle giornate più grigie come questa che ho davanti a me in questo tempo quasi africano e che non riesce però a fermare la mia speranza che domani o forse in giornata si riaffacci il sole e la primavera continui a farmi sorridere e a cantare. ciao!
Quale gioia, quando mi dissero: "Andremo alla Casa del Signore"
E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme è costruita come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge di Israele, per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i seggi del giudizio, i seggi della casa di Davide. Domandate pace per Gerusalemme: sia pace a coloro che ti amano,
sia pace sulle tue mura, sicurezza nei tuoi baluardi. Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: "Su di te sia pace!".
Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il Bene.

08/04/08

Punto fermo: Cristo è Risorto!

Domenica abbiamo avuto una piccola gioia inaspettata o meglio, l'aspettavamo da quasi due anni ed è arrivata all'improvviso: è venuto a celebrare con noi il nostro Vescovo. Forse può essere una cosa banale che non interessa a nessuno, ma io voglio condividerla con chi passa da queste pagine perché voglio condividere soprattutto il fatto che essere chiesa non è solo istituzione e gerarchie, ma è, molto più spesso di quanto non si creda e non si sappia, vita di fraternità e di gioia. Una semplice telefonata la sera prima e poi l'incontro il giorno dopo. Prima la condivisione della Parola e dell'Eucarestia, poi un lungo incontro nella nostra sala della fraternità e infine anche un piccolo spazio per incontri personali. Dall'altare il Vescovo comincia con il chiedere a noi e alle tante persone che condividono con noi l'Eucarestia domenicale qual'è il nostro punto fermo come cristiani. Uno pensa: hai il Vescovo davanti, non aver paura a rispondere, mica ti sta facendo l'esame del catechismo ? E se la risposta che hai sulle labbra non è quella che lui s'aspetta ...da noi monache che, per scelta di vita passano una buona parte del loro tempo a meditare giorno e notte la Parola di Dio? Un attimo e non c'è più posto per delle domande perché la risposta è identica, immediata e viene dalla stessa esperienza profonda di Fede che Lui e noi viviamo ogni giorno: si, punto fermo è Cristo Risorto e nient'altro è fermo quanto la nostra certezza della Sua e nostra Resurrezione. E la fraternità che abbiamo vissuto per diverse ore con il nostro Vescovo che è riuscito a ritagliarsi un po' del suo tempo per stare con noi una mezza giornata, è una testimonianza concreta che nella chiesa è possibile vivere da risorti qualunque sia la vocazione che ognuno di noi ha ricevuto e qualunque sia il compito che ci è stato affidato :quando la Madre Priora gli ha chiesto se andava via subito o se salutava la comunità, ha risposto che era li senza nessuna fretta e poteva stare tutto il tempo che volevamo! L'ultima volta che l'avevamo incontrato era arrivato senza preavviso...ed essendo l'ora di pranzo, condivise con noi anche il pasto molto semplice e improvvisato, forse non all'altezza di un vescovo, ma certamente consumato nella gioia del ritrovarsi insieme e anche approfittando dell'occasione per concederci un acceso dibattito sui problemi nostri e della chiesa locale. Oggi sento sempre più rinascere intorno a me un anticlericalismo immotivato che credo venga fuori quasi come reazione spontanea per nascondere un grande disagio, quello che si prova quando non si riesce più a credere in qualcuno, in qualcosa e non avendo ricette facili sulle quali scommettere ci si scatena oggi contro questo e domani contro quello, spesso senza sapere nemmeno perché, ma solo per sentirsi in qualche modo sulla scena, vivi, nel tentativo di trovare dei punti di riferimento credibili ai quali affiancarsi durante il nostro quotidiano cammino. Non so, forse è scontato per me che sono una suora, ma vorrei poter dire che Cristo Risorto è un punto fermo non solo nella mia vita, ma in tutta la storia dell'uomo, che lo si sappia o no. Vorrei poterlo dire attraverso questa finestra a chiunque non riesce a trovare nessun riferimento per il quale valga la pena di vivere e nemmeno una ragione per morire. Pensando al mio vescovo che domenica tornava a casa e in tre minuti si preparava una pastasciutta che forse nemmeno il più inesperto dei cuochi si sognerebbe di provare a mangiare...mi viene solo da guardare con gli occhi del cuore a quel pesce arrosto improvvisato sulla spiaggia di tanto tempo fa e mi viene da sorridere per quanto ancora la vita condividerà con noi e con la Sua Presenza in mezzo a noi. semplicemente e con amicizia.

03/04/08

Vivere la misericordia

Per la prima volta si sta svolgendo un congresso mondiale sulla Misericordia e i sentimenti che si affacciano nel mio cuore sono tanti. In questi giorni mi è capitato di ascoltare il dolore di una mamma mentre mi raccontava i problemi che incontra con l'educazione dei suoi figli. E' così difficile potersi incontrare in un qualunque dialogo, in un qualunque rapporto se nel nostro cuore non entra almeno un briciolo di quella misericordia che appartiene a Dio, ma che è scritta dentro di noi perché Lui stesso ci ha chiesto di essere misericordiosi come Lui è. Ma anche quando siamo delle persone convinte e sincere, anche quando andiamo a Messa e ci sforziamo di impegnarci in quei valori che la nostra fede ci indica, anche quando siamo impegnati in stupendi impegni di volontariato, di carità, di promozione dell'uomo e della donna in qualsiasi parte del mondo, quando ci sentiamo in qualche modo non dico perfetti...ma almeno un po' in cammino sulle strade percorse da Cristo Signore, vivere la misericordia nella piccola e normalissima quotidianità della nostra vita è la cosa più dura ed è anche quella che più di tutto ci chiude in un dolore reciproco di diffidenza e di lontananza dagli altri. Ascoltando quella mamma ho ripensato tantissimo alla mia! Ho rivisitato nel mio cuore le nostre incomprensioni, le nostre difficoltà, le nostre idee così diverse e le mie battaglie per la mia libertà ed indipendenza che nella sua mentalità erano come impossibili da accogliere ed accettare. Poi la vita ci ha fatto incontrare profondamente senza che nessuna delle due abbia avuto il coraggio di confessarlo e quando sarebbe stato tutto più bello, lei è andata via, improvvisamente, lasciandomi un vuoto che non si colmerà mai. Ci siamo Incontrate in uno scambio di lettere, e nessuna delle due forse pensava cosa quelle lettere avrebbero significato per entrambe. Io sono partita per il convento e abbiamo cominciato a scriverci, prima superficialmente, poche cose, notizie senza impegni, poi io ho cominciato a raccontare le mie emozioni e i miei sentimenti e la mia nuova vita. E lei ...ha cominciato a raccontarmi la sua, con poche parole, ma portando fuori un mare di sofferenza che mai avrei potuto credere che lei nascondesse nel suo cuore. Mi sono sentita chiedere scusa perché non aveva potuto darmi quello che forse avrei voluto maggiormente da lei, ma non per cattiva volontà, ma perché nemmeno lei l'aveva avuto nella sua vita e si sentiva come inadeguata e incapace di dare di più, anche se...ci ha dato tutto e molto di più. La vita è stata durissima con lei: la sua mamma è morta quando aveva 12 anni, la sua prima figlia è volata in cielo a soli 14 mesi per una banalissima infezione, quando aspettava il terzo figlio le hanno consigliato l'aborto perché dicevano che mio fratello era già morto nell'utero, ma lei ha portato avanti la gravidanza ed oggi mio fratello ha la bella età di 57 anni e gode ottima salute, e infine quando avrebbe voluto riposarsi un po' con suo marito i i suoi 4 figli, Dio le ha regalato il dono più stupendo che potesse farle, anche se so che difficilmente ciò si può capire e che mi si può prendere per pazza nel sentirmi dire una cosa del genere: ma è così, Dio le ha dato un altra figlia, che avrebbe segnato la vita di tutta la nostra famiglia con il suo splendido sorriso e con il suo amore sconfinato e pieno di gioia. Una figlia che oggi si identifica comunemente con un nome: down! Ma che per mia madre e per tutti noi ha un altro nome, scritto a caratteri d'oro nel nostro cuore e che si chiama Amore. Un Amore che è caratterizzato anche dalla fatica, che è sacrificio e rinuncia a tante cose ,soprattuto per chi vive con lei e che cerca di darle altrettanto amore ed assistenza, ma che riempie di gioia più di tante altre cose. L'amore che nostra madre ci ha dato, con la sua vita, con la sua sofferenza, con la sua forza d'animo, con la sua fede forte e totale, con il suo temperamento difficile e con le sue ferite, oggi è sempre presente in mezzo a noi e ci parla della misericordia più di quanto noi stessi sappiamo dirne qualcosa, ci parla di un amore che ha accolto e che ha sempre cercato di perdonare anche quando le costava sangue farlo. E oggi vorrei dire a questa mamma che sta soffrendo per tanti motivi dentro la sua famiglia, di generare ancora, anche nelle lacrime, perché un giorno capiranno quanto li ha amati, nonostante i suoi limiti e le sue ferite di cui, tra l'altro, non ha nessuna colpa. E verrà il giorno in cui non sarà più disprezzata per la sua mancanza di cultura o di sensibilità, per le sue presunte fissazioni o per le sue inadeguatezze con un mondo che corre a velocità supersoniche, ma sarà solo amata per l'unica cosa che è e che vale, non solo per la sua famiglia, ma per ciascuno di noi: una mamma! Papa Luciani disse che Dio è più Madre che Padre: ecco perchè una mamma ci avvicina maggiormente a Dio! ciao!