PapaFrancesco: "C’è bisogno di persone semplici e sapienti, umili e coraggiose, povere e generose. Insomma, persone che, alla scuola di Maria, accolgono senza riserve il Vangelo nella propria vita".
Con queste parole ieri il Papa ha affidato ai giovani la sua esortazione post.sinodale. Mi entusiasma e affascina sempre vedere tanti giovani, esplodere di gioia nel manifestare la loro appartenenza a Cristo e alla Chiesa, come ieri a Loreto o nelle GMG o nella quotidianità di alcune nostre parrocchie che in questo tempo ho la gioia e la grazia di rivisitare dopo più di 35 anni di vita claustrale. Mi coinvolgono anche senza essere tra loro perché la loro giovinezza rende viva la mia che non è più anagrafica ma è stampata col ferro nel mio cuore. Quando ero giovane (anagraficamente parlando!) c'erano delle parole che accompagnavano il nostro cammino cristiano e umano, parole che il Concilio Vaticano II aveva fatto esplodere nelle nostre chiese, nei nostri gruppi ecclesiali e che aveva messo ali al nostro cuore, alla nostra sete di Dio. semplicità povertà, umiltà, generosità. condivisione, voglio di essere veri e senza riserve nell'accogliere il Vangelo nella nostra vita. Avevamo dei maestri in quel tempo, più o meno contestati agli alti vertici, ma sentiti da noi giovani come guide forti a sostegno delle nostre paure, dei nostri sbagli, delle nostre confusioni, delle nostre lotte, dei nostri tentativi di vivere una fede che diventava nostra, non più quella che ci era stata trasmessa dai nostri genitori o dai nostri catechisti e sacerdoti del tempo, ma dallo Spirito che illuminava ogni giorno e ogni anno di più la nostra vita e quella della società in cui vivevamo.Persone come Carretto, Davide Maria Turoldo, Madre Teresa di Calcuta, Cardinal Martini o il Vescovo Tonino, l'esperienza di vita missionaria di quanti partivano, senza cellulari o computer, davvero poveri e ricchi solo di entusiasmo perfettamente al buio, per condividere in pieno la vita degli ultimi del pianeta, o come Clemente Vismara che a suon di lettere scritte nelle poche ore notturne in cui riusciva a liberarsi dal lavoro immenso al servizio dei sui orfani, cercava umilmente aiuti per un piatto di riso in più donando a noi, pieni ormai di pizze birre e pastasciutta, una inquietudine infinita e una consapevolezza sempre più forte di "dare la vita per i nostri amici" non più a parole o discussioni interminabili nelle nostri sedi parrocchiali o nelle assemblee studentesche, ma cercando la volontà di Dio nella nostra concreta storia personale. Questa ricerca sincera e appassionata fortemente vissuta grazie alla nostra giovinezza ci ha portato a fare le nostre scelte, a seguire cammini diversi nella vita, a vedere intorno a noi nascere tante nuove forme di vita cristiana che umilmente avevano solo lo scopo di ...provarci, pur essendo consapevoli che il Vangelo non era un libro da studiare o da imparare a memoria o da proclamare da chissà quale pulpito più o meno ipocrita, ma era fatica, erano lacrime, erano fallimenti, cadute e nuovi inizi, erano abbandoni e deviazioni tremende, frutto di interpretazioni ambigue e a volte drammaticamente anti umane e anti cristiane....in nome di Cristo! Questa ricerca non è mai finita nel mio cuore e nella mia vita anche quando, al Carmelo, poteva essere scontato di essere arrivata ad una stabile forma di vita o di sequela, agli occhi di chi stava al di là della grata! Non è mai finita perché lo Spirito non ha mai smesso di far battere nelle mie vene e nel mio cuore quella giovinezza che ancora oggi mi chiede e mi chiederà sempre: " di ascoltare cio che lo Spirito dice oggi alla chiesa!"