29/01/08

Guardiamoci negli occhi

Questa mattina vorrei poter guardare negli occhi una persona; vorrei farlo in silenzio e a lungo, vorrei leggere nei suoi occhi quello che non riesco a capire del suo cuore e della sua mente. Vorrei farlo senza far sentire pesante il mio sguardo su di lei, perché non voglio far sentire un disagio istintivo che spesso si prova quando qualcuno cerca di scrutare dentro di noi. Mi viene in mente spesso la frase del Vangelo che dice di Gesù:...che fissatolo, lo amò! Ecco, vorrei guardare solo con amore, perché sono convinta che solo l'amore aiuta a capire l'altro, ma non è facile perché ognuno di noi ha il suo modo di amare e questo modo non è ne l'unico al mondo ne il migliore, anzi spesso fa acqua da tutte le parti. Guardarsi negli occhi suppone una vicinanza: a volte si è costretti dalle circostanze e si vorrebbe scappare da quello sguardo, a volte è spontaneamente dettato da un bisogno di tenerezza, a volte nasce da un senso di disperazione, e guardi qualcuno con degli occhi che vogliono trasmettere un ultima richiesta di aiuto incapaci di esprimere con delle parole delle richieste forse espresse già tante volte e che non hanno avuto risposte. Eppure a volte, anche se si è tanto vicini, non si riesce mai ad incrociare i propri sguardi: ci si parla, si lavora insieme, si passa del tempo insieme, ma non ci si guarda mai negli occhi o almeno non lo si fa con quella intensità e volontà che oggi io vorrei poter fare con una persona. Ma un giorno forse potrà succedere...!

27/01/08

un bisogno di pace

Calma il mio cuore
Calma il mio cuore, Signore,
acquieta i pensieri della mia mente. Rallenta i miei passi frettolosi con la visione lieta del tempo che placido si distende nell'eterno. Dona al tormento dei miei giorni la pace dei colli eterni. Sciogli la tensione dell'animo, con il ricordo dei ruscelli che mormoravano nelle valli. Incanta le mie notti insonni con la magia di sogni beati. Dona carezze alle mie mani, alla mia bocca dolci parole, al mio cuore palpiti d'amore. Lascia, Signore, che affidi al solco della vita valori perenni perché il mio Spirito si levi sicuro verso le stelle.
P. Anon
Nella calma e nella speranza sta la vostra forza. All'inizio di questo anno , mi risuona nel cuore questa preghiera che mi fa tanto bene ripetermi e che forse può aiutare anche qualcuno e per questo la condivido. buona domenica!

una settimana di ...cucina!

Ritorno tra queste righe dopo una settimana di servizio in cucina: una volta al mese ho il mio turno e non ho molto tempo per pensare al blog e gli unici pensieri per una buona parte della giornata sono indirizzati verso quello che ho tra le mani e fare diversamente sarebbe un grosso rischio per le mie sorelle! Ma ora ho tre settimane di un tempo un po' più elastico e così ritorno qui, tra queste pagine, per condividere diverse cose. La prima è quella della nascita di Becky! questa splendida capretta tibetana che ha solo un paio di giorni di vita e che è venuta al mondo nella fattoria ( si fa per dire! ) di un mio nipote, allevatore amatoriale di cani di razza e che da qualche mese ha fatto del suo lavoro, una famiglia allargata a...oche, capre, anitre, galline e quant'altro del regno animale possa attraversare la sua vita insieme alla sua compagna di vita che condivide con lui questo grandissimo amore. Ecco, ieri, aprendo la posta trovo l'annuncio della nascita di Becky! Splendida per me...sensibile a questo tipo di annunci perché ho già due caprette da più di dieci anni che fanno parte della nostra...clausura e che vivono felici nel nostro giardino, anche se dentro un piccolo spazio lasciato libero solo per loro e per le galline...per limitare i danni eventuali e già avuti in passato a causa di una incauta e generosa libertà concessa nei primi tempi del loro arrivo tra noi!!! La tenerezza che emana Becky accanto a sua madre è solo tutta da guardare! Mi piace pensare che la natura non finirà mai di trasmetterci la bellezza, la tenerezza, la bontà, la delicatezza, la simpatia di cui spesso abbiamo bisogno per arrivare fino alla fine della giornata senza doverci dire, magari davanti allo specchio, che la vita è solo un incidente di percorso tra le doglie del parto e l'agonia della morte. Eppure c'è troppa gente che non riesce a guardare, a cogliere emozioni e a scoprire i segni evidenti di un sogno possibile: si, forse possiamo ancora sognare di ritrovare un Italia capace di autentica democrazia, capace di accoglienza e di servizio, di laboriosità e di arte, di politici veri e capaci di vivere una fede consapevole per essere stati scelti da chi ha avuto fiducia in loro per donare una risposta di speranza nel servizio dei fratelli. Questo l'hanno fatto nel dopo guerra i nostri padri e i nostri nonni . Hanno sognato, hanno creduto, hanno lottato , avranno anche sbagliato, ma hanno vissuto consapevoli che ogni loro piccolo contributo avrebbe fatto dell'Italia una grande casa per una grande famiglia. Allora...facciamo nascere piccoli o grandi sogni e prima o poi contempleremo la gioia di vederli realizzati.

19/01/08

preparare la primavera

Qualche giorno fa ho messo tante foto di fiori sul blog: vengono da lontano e per me è sempre bello averle davanti perché amo tantissimo i fiori al punto che, se potessi, vivrei totalmente circondata da loro senza stancarmi mai di entusiasmarmi per la loro bellezza e varietà. Ma i fiori come tutte le cose, richiedono tempo, attenzione, cura e passione. Spesso mi capita di vedere persone che comprano delle piante, belle e che magari costano anche molto, perché le hanno viste in casa d'altri o al negozio e si sentono attratte da loro e vogliono averle in casa, ma non hanno nessuna intenzione di perderci molto tempo dietro, per cui, dopo un po' vedi la pianta che soffre, forse manca l'acqua, forse non ha luce a sufficienza, forse ha qualche abitante di troppo che è andato a far merenda sulle sue foglie senza chiedere il permesso a nessuno, ma il più delle volte, la pianta soffre perché non è amata ed è semplicemente considerata un soprammobile in più da tenere per far figura...finché dura! E questo non piace a nessuno, nemmeno alle piante, anzi, direi soprattutto a loro. In questo periodo sto cominciando a vedere i primi segni di un inverno che fa spazio alla primavera: piante con le prime gemme da potare, concimare o da travasare e da riportare alla luce del sole naturale per respirare un nuovo ciclo di vita che pulsa dentro di loro. Ho sperimentato che la primavera si prepara, se vuoi godere dello spettacolo della natura: non si può restare con le mani in mano a vedere cosa succede quando ti accorgi che puoi fare qualcosa per far star meglio la pianta e per aiutarla a fiorire e a vivere in pienezza la sua nuova stagione che la vita le regala. C'è come una silenziosa richiesta di aiuto che la pianta ti trasmette: sembra che ti dica di darle una mano e t'assicura che riempirà i tuoi occhi e il tuo cuore con la gioia della sua bellezza. La nostra giornata quotidiana non è molto diversa da quella di una pianta! A volte facciamo tante cose per il semplice motivo che le fanno altri o perché c'è venuto lo sfizio di farle, ma non abbiamo nessun vero interesse nelle cose che facciamo, non c'è passione, amore ed entusiasmo! Presto si entra dentro un autunno che fa ingiallire le foglie della nostra quotidianità e non vogliamo restituire prima di tutto a noi stessi e poi agli altri e alle cose e alle creature che ci vivono intorno, la cura, la luce, l'acqua e l'aria necessarie per superare l'inverno che la vita inevitabilmente regala. Allora si aspetta, come un miraggio, che la primavera s'affacci nella nostra giornata, ma non facciamo nulla per prepararla e pian piano finiamo anche per non aspettarla più...tanto siamo sicuri che non c'è futuro, non può esserci speranza, non ci si può illudere davanti alla morte e così non ci resta da fare altro che...prendere la pianta e buttarla nella spazzatura perché è diventata così brutta che l'unica cosa possibile è quella di cancellarla dal nostro sguardo. Resta l'amarezza di non poter aspettare di godere una fioritura che forse sarebbe stata possibile semplicemente se avessimo aiutato la primavera a fiorire. buona settimana!

16/01/08

Tra una preghiera e l'altra

Nella mia comunità, una volta al mese, si celebra l'Ufficio dei defunti, cioè un momento che dura tutto il giorno, di preghiera particolare, per coloro che ci hanno preceduto nella casa del Padre, e in modo particolare pensiamo e preghiamo per i nostri fratelli, sorelle, amici e benefattori. Questa mattina, nel celebrare appunto questa preghiera, ho pensato particolarmente a tanti amici e ad una in particolare, che non hanno mai avuto paura del confronto, del dialogo, che ha rifiutato la violenza e l'ha denunciata sempre da qualunque parte venisse, che ha fatto della sua vita una lotta continua per l'accoglienza e per il dialogo con chi e per chi era diverso, culturalmente, socialmente e religiosamente . Mi ha lasciato nel cuore una grande testimonianza suggellata da 20 anni di cancro accettato e vissuto con la determinazione di combatterlo con l'amore alla vita e non con la rassegnazione della morte. Pensando a lei, ho pensato alle vicende di ieri, al rifiuto determinato dell'incontro con il Papa, voluto da pochi, al gesto sacrosanto del ...soprassedere del Papa, che ha ricevuto l'appauso del mondo intero, perchè mai più, sulla faccia della terra, si possa anche solo pensare di essere una chiesa che s'impone con la violenza nel cuore dell'uomo, ma che propone con il dialogo, con il confronto, con il rispetto, con l'accoglienza e soprattutto con il perdono, il dono di Cristo ai figli dell'unico Padre. Per questo oggi, prego per te, Anna, e ti prego per noi: aiutaci a camminare incontro alla Verità, a quella Verità che non ha paura perchè Ama e perchè paga di persona percorrendo il difficile cammino della ricerca sincera e profonda della sua Sorgente. E dico grazie a te, Papa Benedetto, per questa scelta che hai fatto, lo dico a quanti accanto a te, hanno condiviso l'opportunità di ...perdere un incontro nella certezza di aver fatto un passo in più verso l'incontro con tutti coloro che in ogni angolo del mondo vogliono un umanità più bella, più vera, più libera e perchè no...più santa! semplicemente ciao.

12/01/08

cose nuove o solite cose?

Spesso mi capita di discutere con le mie sorelle sulle novità che la vita chiede di accogliere, sia in campo umano sia su quello spirituale. Il mondo della clausura non è un quadro appeso al muro che spolveri ogni tanto e guardi da lontano. Per me e per noi che lo viviamo giorno dopo giorno è come un bambino che inizia la vita all'alba di un nuovo giorno e cammina nelle sue ore e nei suoi minuti per cercare di vivere al meglio la sua giornata, dentro una vocazione, che senti come una possibilità concreta per realizzare un tuo profondo desiderio e che ti coinvolge totalmente. E ogni giorno non è uguale all'altro, ogni giorno ti vengono dal di dentro e dal di fuori, stimoli, interrogativi, iniziative o conferme che non puoi e non devi accogliere come scontati o con superficialità, ma che rendono più vivo e imprevedibile il tuo cammino quotidiano se consenti loro di entrare nella tua vita senza paura e con occhi di simpatia. Ricordo tantissimi anni fa quando arrivò in casa un aspirapolvere! Sembrava la fine del mondo...quel mostro di chiasso dentro... un paradiso di silenzio!!! Per tante sorelle non fu facile accettarlo e....sopportarlo! Ma questo piccolo mostro portò ad una riflessione sul silenzio, che non è assenza di rumori, ma presenza di Dio. E cosa successe poi quando si cominciò a parlare di grate, piccole, grandi, doppie o singole, di muri alti o bassi di clausura, di telefono e fax, di cura della salute, di accoglienza e partecipazione alla vita ecclesiale locale? Sono state davvero tante le cose che hanno camminato con noi, con migliaia e migliaia di monache in tutto il mondo, per accompagnare un discernimento sulle cose nuove che la vita ci metteva davanti e che potevano distruggere o rendere più bella una vita, la nostra vita. Tra le tante...è arrivato anche internet! Qualcuno mi ha chiesto: cosa ne pensa la tua superiora di questa tua iniziativa del blog? Può sembrare banale, ma avendo fatto un voto di obbedienza, non avrei aperto un blog senza il consenso della mia superiora, ma avere un consenso non è necessariamente condividere un esperienza. Nel mio caso, oltre al consenso c'è anche la condivisione, perché in quest'ultimo anno la mia superiora ha potuto navigare su internet grazie al fatto che abbiamo potuto mettere l' adsl e questo ha reso più semplice trovare il tempo per poter capire e approfondire uno strumento come questo. Ma a volte nella nostra vita si concede a una o più persone di portare avanti una iniziativa, senza mettere per così dire, i bastoni tra le ruote, anche se non si condivide, perché questo può significare un cammino da fare e c'è sempre qualcuno che apre la strada e altri che seguono e capiscono col tempo. Penso che la cosa più importante sia quella di aver fiducia nelle persone con cui cammini perché la fiducia smorza la naturale paura o ansia che uno può sentire davanti alle cose nuove e apre la strada alla simpatia e all'accoglienza. E questa fiducia non è scontata, la devi rinnovare ogni giorno e ogni istante. Sarebbe bello, a mio avviso, che la mia comunità avesse un suo sito web, ci sono già tante altre comunità monastiche che sono presenti, ma è ancora presto per realizzarlo e così è nato questo blog, forse un giorno lo chiuderò...per aprire insieme ad altre sorelle una pagina più grande. Ma è chiaro che qui dentro non ci sono presente solo io, anche se i post vengono dalla sottoscritta, perché non si può vivere insieme per tanti e tanti anni senza che le persone con le quali condivi una esistenza non siano totalmente parte di te. ciao

07/01/08

Pausa forzata

Il nuovo anno è cominciato con le sue sorprese, positive e negative, e così mi sono ritrovata per 5 giorni senza l'adsl perché il mio modem ha deciso di andare in ferie. Non è stata certo una tragedia restare qualche giorno senza internet, ma è stata una occasione per fermarsi a pensare un po' di più e in particolare a pensare su questo strumento di incontro e comunicazione. In questo primo mese di navigazione su vari blog ho trovato una voglia matta di ricerca e di confronto all'interno della chiesa. A volte superficiale, a volte solo polemica gratuita, ma a volte sincera e profonda. Tra alcuni giorni inizia la settimana dell'unità dei cristiani e c'è tanta gente che, grazie a Dio, crede nelle parole del Signore rivolte al Padre ed è convinta che un giorno il dono dell'unità ci verrà fatto, e per questo preghiamo e lavoriamo insieme ai nostri fratelli delle altre confessioni, ma c'è anche chi a volte si sente oppresso dal fallimento del dialogo, dallo scoraggiamento che nasce ogni qualvolta ci troviamo, all'interno della chiesa e fuori di essa, davanti al peccato che uccide, molto di più dell'aborto e della pena di morte, il cuore di tanti uomini semplici e di..buona volontà: il peccato dello scandalo! In rete e nei mass-media c'è come un esigenza fortissima e irrinunciabile: mettiamo in piazza subito e alla grande le debolezze e le infedeltà e le incoerenze e le ingiustizie della chiesa, degli uomini e donne di chiesa, cattolica o evangelica o ortodossa, non importa, (a volte c'è anche tanta ignoranza dietro!) perché così facciamo passare la voglia, a chi è ancora un povero illuso, di credere in un Dio che è Amore, che è Padre, che è bellezza, che è pace, che è armonia, che è unità! Si, perché poi, alla fine, è sempre e solo con Lui che ce la prendiamo per levarcelo di torno o semplicemente per non voler confessare a noi stessi e agli altri che siamo noi e non Lui, incapaci di amare l'uomo, di amare la creazione, di condividere l'amore. Non so a cosa possa servire urlare il male, che sia fatto da uomini o donne di chiesa o no, ma so che condividere e cantare il bene ricevuto aiuta a donarlo e contagia la speranza. E' solo roba da santi o possiamo farlo tutti???buona giornata

03/01/08

Il primo giorno dell' anno

Ieri sera, prima di andare al Vespro con la mia comunità, mentre chiudevo la persiana della stanza dove lavoro,mi sono trovata davanti questo tramonto. Sono corsa a prendere la macchina e l’ho fermato. Mi è sembrato un saluto rivolto a me e alla mia speranza: è sempre bello l’inizio di qualcosa di nuovo e non puoi restare indifferente davanti a qualcosa che si conclude perché lo stupore per la bellezza non finisce mai. Buona giornata.

Buon anno...se lo vogliamo!

Buon anno! In questi giorni non ho avuto la possibilità di fermarmi su queste righe, ma sono convinta che non sono mancati per ognuno di noi occasioni per incontrare gli altri e per vivere insieme, condividendoli, i momenti più cari al nostro cuore. Una volta di più ho avuto modo di rendermi conto attraverso le persone che ho sentito in monastero , che il natale è un momento davvero importante dentro di noi, anche se nella maggioranza dei casi, non è un natale cristiano, cioè non è un giorno che io ricordo e festeggio perché è il più importante del mio essere cristiano, perché vivo una relazione diretta con Qualcuno, ma è un momento di tenerezza, di affetti, di calore, di amicizia, di doni, di festa, che spesso è totalmente staccato dalla Persona per la quale tutto questo è importante. Lo viviamo gli uni per gli altri, ci sentiamo disponibili, sentiamo il bisogno di stringerci intorno e di lasciare fuori dalla porta di casa almeno per un giorno i nostri problemi e le nostre difficoltà per respirare almeno un paio d'ore di serenità. E dire che se riuscissimo ad avere una relazione con Lui...di ore di serenità forse ne vivremo molte di più e anche tra noi le cose potrebbero andare meglio! Ma preferiamo altro, preferiamo solo chiamarci cristiani senza avere la pretesa di esserlo o l'ambizione di volerlo diventare. Mi capita spesso di sentire persone che mi dicono con una semplicità disarmante che ... si, è stato un bel natale, sereno, ma non sono andato in chiesa e meno che meno posso perdonare quella faccenda successa a casa con i miei parenti o con certi amici! E' vero che non è facile perdonare e non è nemmeno obbligatorio andare a cercare un prete per confessarsi il 25 dicembre o saltare il cenone o la piazza, per andare a Messa. E' vero, nessuno ce lo chiede: però allora perché parliamo di natale? Ma se il Natale non è la nascita di Gesù Cristo cosa ce ne facciamo??? Se Lui non riesce ancora a nascere nella mia vita perché devo celebrare un Natale? Me lo chiedo ogni anno quando arriva il Natale: me lo chiedo per me, me lo chiedo per le persone che amo, me lo chiedo per chi non si pone il problema. L'altro giorno mi è capitato di leggere una notizia su un giornale locale: un ragazzo ha chiesto al parroco o al suo vescovo, non ricordo, di "sbattezzarsi", cioè di essere liberato dal battesimo, perché si proclama ateo e crede in una laicità dello stato, per cui non vuole più essere riconosciuto, in forza del battesimo, come cristiano. A parte il fatto che uno può anche decidere di smettere di vivere il cristianesimo, ma non può chiedere ne a Dio ne alla chiesa di non considerarlo più suo figlio, per quanto peccatore possa essere, forse dietro questa richiesta ci sono delle cose che fanno riflettere.Stiamo iniziando un nuovo anno, ce lo auguriamo tutti che sia buono, che la salute sia buona, che la pace e l'amore regnino nelle nostre case, ma non ci rendiamo conto mai a sufficienza che questo è alla nostra portata, che dipende da noi, da come vogliamo vivere questo nuovo anno. Se vogliamo finalmente vivere il Natale, se ascoltiamo almeno per un giorno cosa è venuto a fare Gesù Cristo su questa terra e cosa ci ha proposto di vivere , forse corriamo il rischio di cambiare il corso del nostro nuovo anno e nonostante la terribile distruzione che la guerra continua a portare in tanti angoli della terra e nonostante continui ancora oggi il martirio degli operatori di pace, e nonostante tanti bambini innocenti continuino a morire per l'odio e l'egoismo degli adulti, noi possiamo accogliere dentro di noi Il Signore e portarlo a tutti quelli che incontreremo sul nostro cammino. Dal nostro rapporto con Lui dipenderà la nostra relazione con gli altri, sia che ne siamo consapevoli o no. Perché in un rapporto non ci sono cose da fare ma si vive in diretta quella vita che ti pulsa nelle vene. Auguri.