25/12/09

Vieni Signore a portare il sorriso di Dio all'uomo, alle donne e soprattutto ai bambini!

          Ieri sera, alla fine della Celebrazione Eucaristica, dopo lo scambio degli auguri con le mie sorelle e una veloce sosta tra gli innumerevoli presepi preparati con fatica e con gioia in ogni angolo della casa da noi tutte,  sono venuta al computer e ho trovato gli auguri di tanti di voi e di amici e parenti. Tra questi c'era ...Angela, la mia splendida sorella che con l'aiuto e la  complicità dell'altra sorella, mi mandava i suoi auguri quasi in diretta! Sono rimasta senza parole davanti al suo sorriso! Ho pensato al sorriso di Dio, quando è nato il suo Figlio ! Ho pensato al sorriso di Dio quando ha incontrato gli occhi di quel piccolo bimbo e l'ha guardato con infinita tenerezza tra le braccia di Maria! Ho pensato a tutte quelle volte che ci è capitato nella vita di restare senza parole davanti  al mistero, davanti a qualcosa che ti riempie di gioia per la sua bellezza perchè il suo esistere ti appartiene profondamente. E' l'esperienza che ancora una volta ho fatto in questi giorni che hanno preceduto il nostro Natale con il dono della splendida nevicata che per due giorni ha riempito di gioia la nostra vita nonostante il disagio del freddo. E' l'esperienza che ho fatto con il dono della nascita di Ireneo e Matteo, due splendidi bimbi, amati, attesi, accolti dentro la culla dell'amore dei loro genitori e che fanno parte in diverso modo della mia famiglia d'origine. Ho pensato al bisogno che abbiamo tutti di incontrare un sorriso, quando sentiamo il peso forte della nostra dolorosa quotidianità fatta spesso di terribili sofferenze fisiche o morali. Ho pensato alla nausea opprimente che ci attanaglia a volte nell'apprendere certi fatti di cronaca al punto da restare con il fiato sospeso per la paura che un tale abisso di male non conosca più nessun limite e al bisogno che noi tutti abbiamo in questi momenti di incontrare almeno per un attimo qualcuno che ci tenda una piccola mano così da continuare a vivere i nostri giorni nella speranza e nella fiducia per una vita che continua a nascere ancora una volta dentro ciascuno di noi.  Ho pensato a tutto questo accogliendo dentro di me il sorriso di Angela e ho voluto condividerlo con tutti voi per augurarvi Buon Natale e chiedendo a Dio di sorridere ogni giorno di più nella vostra vita. Auguri a tutti e un grande abbraccio a ciascuno di voi insieme ad un grande grazie per l'amore con il quale mi seguite.  

11/12/09

 
<< Se in te rimane la vera Speranza,
la viva Fede nella infinita misericordia di Dio,

Egli verrà! >> 
Santa Caterina da Siena


Aspettiamolo insieme!
                                                                                                               

21/11/09

21 Novembre 2009: ali di libertà e cuore globalizzato


Sto leggendo un libro del Cardinal Martini che ha come titolo "Ali di libertà". Gli rubo il titolo questa mattina per condividere qualcosa in questa giornata che la Chiesa intera dedica a noi claustrali, a delle donne che hanno scelto di vivere la loro vita dietro una grata come questa, per rispondere ad una chiamata di libertà. Oggi più di sempre una grata non è concepita, è simbolo di prigionia, è qualcosa che difficilmente può essere vista come espressione di libertà. Eppure la mia esperienza in 27 anni che vivo la mia vita dentro la clausura è quella di un cammino libero, di un cammino dove la libertà interiore del mio cuore e della mia mente supera milioni di volte i simboli della rinuncia, della separazione, della dipendenza da qualcuno. La clausura è un luogo aperto: nessuno ci è entrato perchè non poteva fare altrimenti e nessuno ci vive dentro perchè non gli permettono di uscire fuori! Oggi, nella mia comunità, abbiamo celebrato l'Eucarestia insieme a tre fratelli missionari: loro sanno, che ognuna di noi qui dentro, lavora al loro fianco, loro sanno che il nostro esistere qui, dietro una grata, ha lo stesso senso del loro andare per le strade del mondo, loro hanno bisogno di viaggiare fino ai confini della terra per raggiungere tutti gli uomini, noi sappiamo che non occorre viaggiare, ma che basta un cuore globalizzato per chiedere al Signore del cielo e della terra di farci diventare un unica famiglia, un cuor solo e un anima sola sulla faccia della terra. Auguri a tutte le claustrali del mondo e auguri a tutti coloro, che con noi e insieme a noi, vogliono una sola cosa: che Cristo sia il cuore del mondo. ciao!

08/11/09

Verso la Giornata delle Claustrali: 21 Novembre 2009


Ciao! Questa mattina, sentendo il Vangelo di quella grandissima vedova che ha dato al Signore tutto quello che aveva per vivere, i suoi pochi spiccioli, mi sono guardata dentro e mi sono detta: Maria Carmen, quanto resta ancora dentro la tua borsa? C'è sempre ancora tanto da dare e ogni istante c'è ancora Lui che ti guarda da lontano e ti invita a farlo. Vi lascio con la speranza che possiate vedere questo filmato. Non so se il link sarà giusto e funzionerà, ma io ci provo: è stata una grande gioia per me vederlo e non posso non condividerlo con tutti voi. Buona visione e buona domenica!




venerdì 30 ottobre 2009

Dal diario di un frate cappuccino, la testimonianza di un incontro particolare. Di un incontro che dice che il Signore non è andato in vacanza – che continua a chiamare perché Lui continua ad amare e non può fare a meno di donare il suo amore! Ma allora perché si parla della crisi delle vocazioni, perché sempre di meno preti, frati e suore? Perché

Forse addentrandoci nella storia del convento delle clarisse che stava per essere chiuso troveremo la risposta… forse la risposta la troveremo dentro di noi… o ascoltando il desiderio dell’uomo finalmente ci accorgeremo che unica sete è quella di Dio e della sua Parola.
LERMA – Spagna
In Spagna, dove le vocazioni sono una rarità e dove, come a Lerma si aspettava la morte e la chiusura del convento, dopo 23 anni si è presentata una candidata… ex tossicodipendente. E’ stata accettata nonostante paura del suo passato. Ha conosciuto il Cammino Neocatecumenale e non uscendo dalla clausura ne ha fatto esperienza – il suo Cammino. Dopo non tanti anni le porte del convento non si chiudono più – oggi, la ex – tossicodipendente è diventata la maestra del Noviziato, adesso - l'abbadessa. Le 140 suore che oggi formano la comunità delle clarisse hanno dovuto cercare il nuovo convento. Il nuovo convento delle suore è dono dei frati. Le suore si spostano per le preghiere notturne, per i pasti… che consumano in due turni. La maggioranza delle suore sono le donne che nel mondo hanno fatto carriera, l’università , laureate, con i titoli… insomma, le donne che hanno conosciuto Gesù e hanno scommesso tutto sul suo amore. La maggior parte delle loro vocazioni è nata nelle diverse realtà dei movimenti ecclesiali fra cui nell’esperienza del Cammino Neocatecumenale.
La prima reazione a un filmato così pieno di Spirito, di volti veri, felici potrebbe essere una lacrima, un ritorno ai tempi di 25 anni fa quando anche nei nostri conventi le vocazioni fiorivano. Potrebbe essere anche un bel respiro profondo ma davvero profondo e non nostalgico ma pieno di speranza nella potenza dello Spirito Santo che opera. Lo Spirito opera in chi ascolta. In chi si mette ad ascoltare la Parola e si specchia nella Parola per essere sempre più simile a Lui. Più mi specchio nella Parola più divento come Lui… più “mangio” Lui più divento Lui… Ed è forse di questo di cui abbiamo bisogno. Riconoscere di essere bisognosi è riconoscere di essere poveri. Riconoscere di essere poveri è riconoscere di avere bisogno di aiuto e allora chiedere.
Diceva Giovanni Paolo II: “Solo Cristo sa cosa c’è nel cuore dell’uomo! Solo Lui lo sa!” – è solo Lui è la risposta alla sete dell’uomo. Allora dare Cristo, portare Cristo, portare a Cristo, ascoltare Cristo… Da che cosa nasce la seguela se non da una sete? Possiamo domandarci ancora sulla natura e profondità della nostra sete… e così vi lascio – con questa provocazione. <>

Dare Tutto a chi?


11/10/09

Benvenuto autunno!


Ogni anno quando arriviamo in ottobre mi perdo dietro alla mia passione per i funghi! Non è solo questione di gola! Volere o volare...anche le monache di clausura amano mangiar bene e davanti ad un piatto di chiodini o di porcini sono poche quelle che si tirano indietro! Ma è una questione d'immagine. Attraversando il nostro bosco, nella speranza di fare un buon raccolto, mi fermo sempre ammirata davanti a quelle che noi chiamiamo "famiglie". Non credo che questo sia il loro nome e del resto i funghi, per la maggior parte di noi comuni mortali si riconoscono più per il loro nome casereccio che non per quello scientifico. E' l'esperienza che te li fa riconoscere e te li fa cogliere con una certa sicurezza. Ed  è così, infatti, che quando qualcuna di noi scopre una ciocca di famiglie, esulta come avesse trovato chissà quale tesoro.
Quest'anno, pensando a tante situazioni, questo semplice gesto, mi ha fatto pensare a tante cose. 
La bellezza di una famiglia di funghi viene proprio dal suo essere insieme! I grandi che compiono il loro ciclo naturale di vita con una mole imponente, i più giovani che esplodono timidamente e quasi per istinto proteggono i più piccoli sotto di loro! Poi, se non arriva prima una mano a coglierli, inizia la fine del ciclo vitale: i grandi cominciano a cambiare colore e a ritornare ciò che erano prima, i giovani che diventano adulti  e i più piccoli che fanno a spinte per farsi ammirare!
Penso alla vita di una famiglia di oggi: ci sono tanti momenti nella vita di una famiglia, ci sono giornate che a volte non finiscono mai, ci sono delle situazioni che non vorresti mai che appartenessero ...ad una famiglia.  A volte senti dire con forza e con violenza che ognuno di noi è libero di credere o meno in certi valori, che nessuno può imporre all'altro la propria religione, che tutti siamo liberi di vivere la nostra vita come ci pare, ma quando si parla di famiglia ci sono cose che ne la libertà ne la religione possono cambiare e una di queste è l'amore per un altra persona. C'è un cuore dentro ciascuno di noi che non potrà mai e poi mai fare a meno di battere per qualcuno diverso da me. C'è un esigenza dentro di noi che ha bisogno di dare qualcosa di se ad un altro diverso da me. C'è un pulsante che scatta anche nel più insensibile degli uomini quando la nostra vita  giunge al termine e quel pulsante ti fa cercare quell'amore che hai bisogno di ricevere e che avresti voluto donare e che forse hai tenuto chiuso stretto nel tuo cuore per tutta la vita. 
Allora mi chiedo se l'essere famiglia non sia qualcosa che nessuno uomo al mondo può dire di poterne fare a meno, se l'essere famiglia non sia  un ciclo naturale di vita che trova la sua ragione di essere nel suo stesso esistere come uomo e che trova nella natura e nella creazione dei codici da leggere e da trasmettere come patrimonio eterno di un uomo che non vive e non muore per caso, ma che trova nell'amare qualcuno, nel donarsi e nella comunione, la ricetta di una pace e di una gioia profonda che supera culture e religioni e lascia la porta aperta verso  un infinito ancora tutto da scoprire. Buona domenica!  

01/10/09

Nel Cuore della Chiesa mia Madre sarò l'Amore!

A soli 17 anni si può dire al mondo che la missione ha bisogno di te, di me, di noi!
Inizia un mese di riflessione e di preghiera per i missionari di tutto il mondo, sacerdoti, religiosi, religiose, laici, famiglie, ammalati e sopratutto giovani che hanno deciso che l'Amore è servizio e gioia immensa! Con un forte abbraccio in questo giorno a tutti i missionari presenti in questo momento in indonesia, i Saveriani in particolare, perchè la mia e nostra preghiera sia per loro e con loro accanto ai nostri fratelli sotto le macerie.
                                                              http://www.youtube.com/watch?v=Ynx7cO5Axa4

06/09/09

E chi l'ha detto che le spine non sono dolci?

Raccogliendo l'invito di Diggiù, oggi sono andata a spasso un po' nel nostro giardino. Da tantissimi anni aspettavo questo momento: non è mai facile riuscire a far ambientare le piante in climi che non sono i loro, ma uno ci tenta sempre anche perchè i loro frutti sono squisiti! Ed è così che più di 15 anni fa chiesi a mio fratello di portarmi qualche foglia di fico d'india perchè volevo tentare di fare una coltivazione di fichi d'india. Il primo anno ci fu un grande entusiasmo, le foglie misero subito radici e cominciarono a fare le foglie nuove. Il secondo anno alcune spine fecero sperare in possibili fiori...ma solo altre foglie videro la luce! Intanto la pianta cresceva, si faceva proprio bella, anche se le gelate dell'inverno la riducevano ogni anno all'osso! E così, andavo avanti a sperare, anno dopo anno, ma ogni anno che passava la pianta diventava vecchia, si, proprio vecchia: alla base sembrava un grosso tronco di qualcosa d'indefinito mentre in cima aveva sempre nuove foglie e naturalmente niente fiori. Fino a quest'anno. All'inizio della primavera l'ho potata, era diventata troppo ingrombrante ed era li quasi a sfidarmi: sembrava che mi chiedesse se avevo ancora fiducia in lei! Forse per quel legame fortissimo che ognuno di noi porta sempre nel cuore con la propria terra e le proprie origini, ho continuato a guardarla con tenerezza e si, con la speranza che prima o poi mi avrebbe accontentato! Poi un giorno ho scoperto i primi fiori, solo tre, ma per me sembravano una montagna! Già li sognavo, intravedevo con la fantasia quando sarebbero cominciati ad ingrossare, quando avrebbero cambiato colore...! Sapevo che ci avrebbero messo del tempo, sono squisiti e quindi si fanno preziosi e si fanno attendere! E così non mi sono nemmeno accorta che in questi mesi stavano maturando. Fino ad oggi! Guardarli con una certa soddisfazione mi ha fatto pensare ad altro. A volte nella vita ci sono più spine che fiori, proprio come nei fichi d'india. A volte queste spine ci sembrano di un dolore insopportabile, sono tantissime e piccolissime e sembra che non finiscano mai di ferirci. Ma poi un giorno scopri la bellezza di quanto ti hanno regalato e dimentichi in un attimo il tempo che hai dovuto aspettare! Non dico che senza spine anche le rose sarebbero più belle! Ma penso che nella vita, come nei fiori, certe spine rendono più dolci i loro frutti e che la creazione è sempre a nostra disposizione per insegnarci la bellezza della vita. Ciao!

30/08/09

Rinfreschiamoci almeno le idee...!

Visto che il caldo non abbandona la zona dove vivo, provo almeno a rinfrescarmi le idee. Da tanto tempo non riesco a scrivere spesso o per lo meno non riesco a scrivere quel tanto che vorrei per comunicare maggiormente la mia vita, ma anche se non credo che per farlo e per dar vita ad un blog sia necessario riempirlo di parole, tuttavia
quando ho iniziato quest'avventura avevo la speranza di rendermi presente con una frequenza maggiore di quanto poi in realtà sia riuscita a fare in questi due anni. E i motivi sono tanti, alcuni importanti, altri meno, ma uno la fa certamente da padrone: il tempo! In questi due anni la vita della mia comunità è cambiata tantissimo, ci sono stati dei momenti in cui abbiamo seriamente pensato che i Superiori ci avrebbero guidato, pur con dolore, verso la chiusura del nostro monastero e la fusione con altre consorelle più o meno vicine nel territorio. Poi la tensione si è allentata perché abbiamo scelto di andare avanti confidando in Dio che però...dorme ancora dolcemente sulla nostra barca e così qualcuna presa dalla paura di affondare (anche le monache a volte non riesco a nuotare!) ha preferito sbarcare su altri lidi e qualcun'altra che tenacemente infondeva fiducia e si consumava con la sua dedizione, il Signore l'ha portata Lui stesso sull'altra sponda della vita. In questo tempo di difficoltà, tanta gente si è stretta attorno a noi quasi a volerci dire che non siamo certo sole in balia delle onde e l'aver potuto realizzare il sogno di fare i lavori di restauro della nostra chiesa è stato per noi quasi come un miracolo. Ma in tutto questo ci siamo sentite spesso molto in sintonia con la vita di tante famiglie. Uno dei drammi che spesso ci vengono a raccontare le persone e che noi stesse sperimentiamo nelle nostre famiglie d'origine, è il problema dell'assistenza agli anziani e delle difficoltà molto forti che si devono affrontare quando un papà o una mamma deve fare i conti con la presenza di una grave malattia come l'alzaimer o la Sla o davanti ad una malattia che necessita di frequenti trasfusioni o altre cure ospedaliere: la vita cambia, sia nella sua quotidianità sia da un punto di vista psicologico che economico e non si è mai preparati abbastanza per affrontarla con serenità e fortezza. In monastero questo problema viene vissuto come "normalità" perché fin dall'inizio della tua vita religiosa vieni formata ad una grande carità e sensibilità nei confronti delle sorelle anziane o ammalate per cui quando succede che il ritmo si fa più pesante, la solidarietà di tutte supplisce alla fatica delle persone più direttamente incaricate di restare accanto a chi non ce la fa più o non è più autosufficiente. Le nostre anziane non vivranno mai la solitudine e l'abbandono che spesso sperimentano tanti uomini e donne al termine della loro vita e anche questo per noi è un dono che, per il semplice fatto di aver seguito il Signore in questa avventura, ci viene dato. Ma la fatica la sentiamo anche noi, la pazienza spesso scappa anche dietro il muro della clausura e le cose che prima potevi fare con entusiasmo ora devi accettare di farle con un pizzico di umiltà in più mettendo nel conto che a volte la buon volontà non arriva a tutto e a tutti. Ma questa è la sfida, questa è la ragione per la quale questa mia vita ha un senso e che voglio sempre avere ben chiara nella mia testa e nel mio cuore...nonostante il caldo che tra l'altro...presto passerà! Ciao

16/08/09

una sola parola: Grazie!

Grazie Signore, grazie Maria!

Si, è finita! Ieri abbiamo vissuto la più bella festa dell'Assunta e...nel meritato riposo, anche il più bel ferragosto della nostra vita! Abbiamo potuto celebrare l'Eucarestia nella nostra rinnovata chiesa, circondate da tanti nostri amici e tanti parrocchiani, ma con una gioia speciale in più che non sempre riesci a vivere: erano presenti alla celebrazione tutti i nostri operai con le loro mogli e qualche ragazzino al seguito! Avevamo detto loro che volevamo riaprire la chiesa per il 15 agosto, che i lavori non potevano e dovevano durare più di un mese e loro hanno fatto l'impossibile per realizzare questo nostro desiderio, con dedizione esemplare, con competenza, con entusiasmo. Ad un certo punto, nell'ultima settimana, sembravano non avere più orari, volevano finire in tempo e ci sono riusciti. Non solo: qualcuno ha anche pensato di accompagnarci tutto il tempo dei lavori facendoci recapitare i gelati tutte le sere e con tanta altra provvidenza che davvero ci ha commosso e ci commuove ogni giorno di più. Ecco, questa è la mia e nostra vita! Questo è quel piccolo e grande centuplo che Lui ci ha promesso e che ogni giorno ci regala. Certo non tutto era ancora a posto, radiatori non montati e qualche lampada in arrivo per il mese prossimo, i microfoni che fanno cilecca sempre al momento giusto, ma Lui era là, nella Sua e nostra Casa a far festa con noi alla Sua e nostra Madre! E dulcis in fondo... il pomeriggio nella nostra sacrestia si è presentato anche un piccolo serpentello: non so se voleva anche lui partecipare alla festa...di certo noi gliela abbiamo fatta con gioia immediatamente! Ciao! un grazie anche a tutti voi che avete condiviso con me questo tempo con l'affetto e la preghiera. Buona domenica.

p.s. pare che anche la mia musica forse ritornerà su queste pagine, anche se non è stata una cosa facile e neppure scontata. ma si sa...le cose facili non piacciono a nessuno e nemmeno a me!

21/07/09

Benedetta informatica,,,!

Credo che ai tempi di Francesco d'Assisi, riparare la Casa...fosse più semplice di quanto non sia oggi per noi! E' passato un mese da quando abbiamo cominciato i lavori di restauro della nostra chiesa : da almeno 10 anni sapevamo che prima o poi dovevamo deciderci e quel giorno è arrivato! Prima sono passati almeno 6 mesi nel disperato tentativo di avere tutti i permessi necessari e ogni qualvolta si pensava di essere pronti per far partire i lavori...ecco che spuntava un altro ingegnere, un altro geometra o un altra legge che... voleva essenzialmente solo una cosa : che tutto fosse in regola! Ma l'unica cosa in regola era che non si era ancora in regola! E così avanti da gennaio fino a giugno. Poi finalmente i ponteggi, la squadra di operai, i traslochi di mobili, quadri, panche , sedie, e anche il Padrone di Casa ha dovuto accontentarsi di un nuovo piccolo tabernacolo lontano dai trapani e dall'infinita polvere peggiore della sabbia del deserto! All'inizio eravamo prese dall'entusiasmo di vedere arrivare un gran giorno a lungo desiderato, poi col passare dei giorni conditi dal caldo e dall'incertezza dovuta al fatto di non vedere una probabile conclusione dei lavori in tempi brevi, è arrivata la stanchezza! E cosa c'è di meglio per rilassarsi se non andare al computer a fare qualche altro lavoro di restauro da tempo programmato? Ed è così...che mi è andato in pallone il blog! Sono giorni che tento di rimettere a posto tante cose, per esempio la musica, ma non ne vuole più sentire! Forse è stanco anche lui e vuole stare in silenzio o forse sono solo io imbranata che dopo aver formattato il computer forse ho cambiato qualcosa che ora non mi riesce più di mettere al posto giusto! Beh ci vuole pazienza, no? E quindi tanto vale cercare di averla e tenersela stretta ..in attesa di tempi migliori. Per ora un gran saluto a tutti voi che mi seguite e buone vacanze a chi può riposarsi: io penso che passerò l'estate con l'aspirapolvere in mano a pulire l'impossibile! Ciao!

11/06/09

Questo mondo lo cambio io!

Cerco di continuare ...! Questo fiore ha voluto crescere così: completamente steso per terra, ma con lo sguardo rivolto al sole! Se la mia unica ragione di vita è diventata l'amore da donare e non quello da pretendere, non mi è mai stato facile poterlo fare ne il riuscire a farlo pur avendolo voluto con tutto il cuore! Ma per avere la convinzione profonda di poter amare, ho dovuto fare la scoperta di averne da vendere e non per una mia speciale bravura o per una particolare dote naturale ricevuta in eredità con il DNA dai miei genitori! No! Ho semplicemente scoperto di essere amata e di avere dentro quello che avevo ricevuto. Si è solo trattato di capire cosa farne! Quando davanti agli occhi sei costretto a vedere bombe che volano, terroristi che disintegrano interi villaggi e famiglie( attraverso i media e i giornali per esempio) e quando sei costretto a constatare sulla tua pelle e su quella degli altri quanto la società, la politica, l'ingiusta giustizia penale e civile, ci porti in un modo così spaventosamente veloce alla distruzione di qualsiasi affetto sincero, dei valori che hanno sempre costruito una relazione, sia familiare, sia nel campo del lavoro o della scuola, capace di essere durevole e capace di rispetto e di accoglienza di un altro nella tua vita, quando dovunque ti giri devi farti largo a spinte e inganni per il semplice fatto di aver diritto anche tu di stare al mondo, allora tocchi un fondo di nausea e ti chiedi : ma che vita è questa? Si, quella non era vita era solo incredibile sentenza di morte piena di egoismo immenso e di schifo Un giorno mi è capitato un libro tra le mani. Parlava di una ragazza francese, Sally Trench, la ragazza con gli stivali, che scappava di notte dalla casa dei genitori attraverso la finestra della sua camera per andare sotto i ponti di Parigi a portare un pezzo di pane e una coperta a dei barboni. Da quel giorno ho detto a me stessa: questo mondo lo cambio io, lo cambio anch' io, lo cambieremo insieme! Forse il mondo non è ancora cambiato, ma la mia vita si! Per questo continuerò a parlarne. Buona giornata!

03/06/09

Che senso ha?

Oggi sento risuonare con forza questa domanda dentro di me e voglio provare a farla risuonare a voce alta qui sopra.
Sarà per il fatto che la sento fare spesso da chi non capisce la mia vita, sarà per il fatto che amo troppo i giovani e che mi fa male sentire sempre che si chiedono che senso ha vivere, che senso ha studiare, che senso ha amare qualcuno, che senso ha credere in Dio, nella chiesa, che senso ha costruire qualcosa che alla prima occasione cadrà in pezzi, sarà per tutto questo e per molto di più che alla fine ho pensato con forza al mio senso e così ho deciso di dire la mia opinione e la mia esperienza almeno per quel poco che posso e di affidarla a questo spazio amico.
Ieri pomeriggio, una nonna, una mamma con una sua amica e due splendidi gemellini nelle loro carrozzine, sono venute a fare due passi sulla strada del monastero. Arrivate sul piazzale della nostra chiesa, si sono sedute per riposarsi e hanno cominciato a parlare di noi...proprio sotto le nostre finestre, convinte chissà come e perché di non essere ascoltate. Ma non era così! Ed è stato molto interessante sentire le loro perplessità sulle monache e sulla clausura in generale. E la domanda più forte era proprio questa: che senso ha che stiano là dentro chiuse per tutta la vita??? Avrei voluto che suonassero il campanello del convento e che mi rivolgessero direttamente la domanda...ma non l'hanno fatto e dopo poco sono andate via!
Un'altra volta, una persona a me cara, che era venuta a trovarmi, ha detto ad altre persone che erano con lei che non avrebbe mai vissuto in monastero perché tutto questo silenzio le creava ansia, panico, che si sentiva oppressa anche a stare un paio d'ore nel parlatorio o nello spazio circondante il monastero all'esterno, che non capiva le grate e come io potessi stare la dietro per tutta la vita!
Anche in questo caso avrei voluto che la persona in questione mi dicesse direttamente queste cose, perché avrei potuto parlarle delle mie emozioni, dei miei sentimenti, della mia esperienza e forse avrei potuto far scemare un po' l'ansia che provava e rendere più disteso il suo soggiorno qui a casa nostra!Ma..non mi ha chiesto nulla ed io ho rispettato il suo stato d'animo e il suo silenzio.
Oggi sono andata indietro col tempo quando all' età di 16-17 anni cominciavo a chiedermi insieme a tante altre ragazze e ragazzi miei amici e coetanei, che senso volevo dare al mio vivere, che senso aveva il mio credere in qualcosa, amare e credere in qualcuno che poi ti avrebbe tradito prima o poi o quantomeno ti avrebbe deluso profondamente e per il quale avresti solo pianto e sofferto lasciandoti dentro una grande nausea , dato che intorno a te o più in là del tuo naso non mancavano esempi di fallimenti matrimoniali, di abbandoni delle scelte fatte nel sacerdozio o nella vita religiosa, di incoerenze, di disastri finanziari per avere creduto di realizzare dei sogni che la malavita organizzata avrebbe in poco tempo fatto crollare in pezzi! Allora, come ora, niente aveva senso se non ciò che era capace di darti un minimo indispensabile di gioia per andare avanti senza pensare ne al tuo ne all'altrui domani, sognando quell'isola che non c'era per non doverti sentire schiacciato dentro un altra isola nella quale passavi le tue giornate dall'alba al tramonto. Poi un giorno è successa una cosa che ha cambiato la mia vita: una domenica sera stavo andando a ballare con alcuni miei amici e abbiamo avuto un bruttissimo incidente. Siamo usciti illesi con danni immensi alle due macchine coinvolte. Io ero seduta davanti e allora non c'erano le cinghie obbligatorie. Quando ho messo i piedi fuori dalla macchina ho alzato gli occhi al cielo chiedendomi se ero in paradiso perché era impossibile che avessi solo un brutto bernoccolo sulla fronte e nient'altro che ...un cuore impazzito dalla paura. Da quel giorno ho trovato un senso unico per la mia vita! Vivere per ringraziare Dio e il mondo di avere ancora una vita da vivere tutta intera. Una vita per cantare, per amare, per lavorare, per correre e nuotare, una vita per guardare le partite di calcio della mia Inter amata fin dall'uso di ragione e per andare allo stadio con mio padre e mio fratello, una vita per andare a suonare la chitarra alla messa dei bambini o per suonarla solo per Pierpaolo che poteva sorridermi solo con gli occhi e non poteva nemmeno darmi un bacio perché era condannato a vivere sulla sedia a rotelle ed aveva solo 7 anni! Da quel giorno i miei rapporti più importanti sono cambiati: il mio senso unico aveva come unica ragione di vita la volontà di amare e non la pretesa di essere amata. Perché ogni qual volta riuscivo a farlo, mi sentivo la persona più felice del mondo! Era una ricetta semplice, alla portata di tutti, ma non avevo ancora capito profondamente quanto fosse essenziale per riempire la tua vita, giorno dopo giorno, di un bagaglio enorme di amici, di scoperte, di passioni, di emozioni grandissime, di cose piccole e grandi che hanno costruito la mia stessa vita e il mio cuore fino ad oggi. Ho scoperto il silenzio che mi regalava la pace, che mi faceva guardare dentro e mi faceva osservare quanto la creazione viveva intorno a me e mi trasmetteva la sua voglia di vivere ogni giorno più grande e più infinita.
continuerò a parlare ancora del mio senso unico...per ora ciao con amicizia a tutti voi che vi affacciate su questa finestra e una dedica speciale di gratitudine con questo post ad una splendida persona che oggi è andata in cielo dopo aver regalato la sua giovinezza ai suoi fratelli ultimi in Brasile! Grazie Maria Paola!

10/05/09

Circondiamoci di fiori!

Ciao a tutti! E' da molto tempo che non riesco più a scrivere un post, ma il desiderio di farlo è sempre presente. Ci provo ancora oggi sperando di trasmettervi sentimenti e speranze che continuano ad accompagnare i miei giorni. In questi mesi lo spettacolo che la natura mi offre mi lascia senza parole, ma diventa ancora più bello quando ho l'occasione di ascoltare e vedere situazioni o discorsi che mi offrono l'esatto contrario: oggi c'è ( particolarmente tra i giovani ma non solo!) come una specie di gara o di sfida perenne che tenta di distruggere qualunque cosa che possa in qualche modo entusiasmare, far sognare in positivo, far sperare in un mondo possibile e vivibile dove tu puoi ancora correre nei prati e ballare tra i fiori! Abbiamo bisogno di pensare e di sognare sempre ...l'isola che non c'è...di mettere in evidenza che ci manca, che non potremo mai averla, che ci riempie di nostalgia e di tristezza perché sarebbe bello se ci fosse davvero...ed invece...semplicemente non c'è! La nostra fantasia riesce a costruirla ma solo per demolirla con la più atroce delusione un istante dopo averla creata. Ma c'è un isola che c'è e che non si riesce a esplorare, un isola dove è possibile amare, dove è possibile vivere l'amicizia, la gioia, la gratuità, l'entusiasmo, la voglia di toccare il cielo con un dito per poter gridare e cantare la gioia che esplode dentro un cuore innamorato, dentro gli occhi di un bambino, dentro un fiore che si apre nella notte! Quest'isola si chiama giovinezza, si chiama eternità, si chiama creazione, bellezza, si chiama comunione, si chiama musica e poesia, si chiama amore ed è dentro di te, dentro di me, dentro il mistero di un fiore che sboccia alla vita e dentro un mondo che non è fatto solo di guerre, di stragi, di violenze e di dolore, ma è fatto anche di fondali da esplorare, di vette da raggiungere, di ideali in cui credere, di conquiste nascoste e di attimi di serenità. In questi giorni ho finito di tagliare l'erba nei nostri giardini ed è splendido per me circondarmi di fiori curati da me o dalle mie sorelle, vederne ogni giorno la crescita, le malattie, vederli sbocciare e sfiorire per poi vederli rinascere ancora. Circondiamo la nostra isola di fiori...saranno i più belli della nostra vita. Un bacio a tutti.

29/03/09

Sognare ...ma cosa? Buona Pasqua!

Quando ero piccola sentivo sempre mia madre parlare dei sogni che faceva, lei ci credeva molto, li raccontava a chi poteva aiutarla a interpretarli e ogni qualvolta le capitava di sognare un familiare o una situazione difficile, passava la giornata con ansia e preoccupazione per quel che poteva succedere se il sogno o una parte di esso si fosse realizzato! Quando si diventa giovani, i sogni si fanno ad occhi aperti, crescono dentro di te con la tua vita, si costruiscono con le proprie mani e si rende possibile quanto non si credeva di avere il potere di realizzare. Ho sognato sempre tanto e ancora lo faccio. Ho sognato di correre nei campi e tra i fiori perché ho vissuto la mia infanzia tra le mura di cemento in città dove l'unico verde era quello del balcone di mia madre! Ho sognato di affrontare il grande mare della mia isola per andare oltre l'orizzonte ad abbracciare chi poteva esserci dall'altra parte della spiaggia! Ho sognato di cambiare le lacrime di dolore che ho visto accanto a me quando alla fine del mese i soldi non bastavano e l'umiliazione dei debiti senza fine erano sempre sul tuo tavolo al posto di quelle cose che vedevi solo...a Pasqua e a Natale! Sono cresciuta sognando la pace con tutti quando credevo come un ingenua che bastasse solo perdonare e non serbare rancore perché tutte le guerre e le faide e gli odi secolari potessero essere cancellati per sempre dalla faccia della terra e ho capito che solo la giustizia, la fraternità, la solidarietà, la condivisione, la semplicità e l'amore potevano bombardare questo mondo di una pace che durasse senza fine. Ho sognato cose grandi e ne ho viste davanti a me di ancora più grandi! Non avevo internet per raggiungere il mondo quando ero giovane, non c'erano giornate della gioventù o campus da frequentare o provini televisivi stucchevoli da sognare per arrivare chissà dove e poter dire alle amiche di aver realizzato il sogno della mia vita e di vedere qualche luce della ribalta accendersi davanti a me! Ma mi sentivo al centro del mondo quando andavo a raccogliere la carta con i miei amici per venderla e poter mandare 1000 lire a dei nostri fratelli che non avremo mai conosciuto con gli occhi del corpo ma che sentivamo profondamente nostri in fondo al nostro cuore. L'uomo, qualsiasi uomo, tutto l'uomo era il nostro sogno perché l'uomo era l'immagine di Dio che potevi accogliere ogni istante tra le tue braccia e tu potevi contribuire con il tuo infinito sogno a restituirgli quanto gli era stato rubato: la sua dignità e la sua grandezza. Voglio continuare a sognare non solo per l'Abruzzo, non solo per l'Africa o per le donne e i bambini distrutti dal male altrui, non solo per quei giovani bombardati dalla schifezza della vita, ma per ogni giovane e per ogni cuore che non riesce più a sognare cose grandi alla GRANDE! La gioia di un altro uomo dipende dal mio sogno: dalla capacità che avrò di farlo Risorgere alla vita, dalla capacità che avrò di restituirgli quanto gli devo! Gli devo solo un Amore immenso e senza condizioni, lo devo a chi mi vive accanto e che forse odio con tutto me stesso e lo devo a chi mi vive lontano dentro una tenda e senza più nessuna ragione di vita con gli occhi sbarrati che sanno solo fissare quell'immenso cimitero a cielo aperto. Helder Camara diceva che è felice chi sogna perché corre il rischio di vedere realizzati i suoi sogni! Vi auguro che oggi, in questo giorno di grandissimo silenzio, il vostro cuore possa sognare un sogno stupendo e che domani possa cantare l'Alleluia della Vita!
Buona Pasqua con tutto il cuore a tutti! Ciao!

11/03/09

Celebrare la primavera quotidiana

Pochi giorni prima della morte improvvisa della mia consorella, erano stati potati tanti alberi nel nostro convento. Quando abbiamo visto il risultato della potatura siamo rimaste davvero stupite e ci siamo chieste se quelle splendide magnolie e i nostri tigli sarebbero rinati più forti e vigorosi di prima o se sarebbero seccati. Poi il Signore ha potato la nostra comunità...e davvero per giorni e giorni non era facile pensare ad altro che a quel ramo tagliato così al'improvviso. Poi è esplosa la primavera, quasi d'incanto e a dispetto delle previsioni del tempo che continuava a prevedere piogge e temporali! E' apparso il sole, la temperatura è salita e i primi fiori sugli alberi sono comparsi con tutta la loro bellezza quasi a ricoprire con un velo di compassione la nostra sofferenza.
E' così che ci coglie la primavera di quest'anno! E' con questi sentimenti di morte e di resurrezione che questa stagione così bella ci invita a celebrare questo tempo di preparazione all'incontro con Cristo Risorto. A volte pensiamo alla nostra vita come ad una perenne quaresima, ma la primavera ci parla e ci conforta: ancora sbocceranno dei fiori nel tuo giardino!

19/02/09

Ciao!

Nelle tue mani, affido il mio spirito
anche il mio corpo riposa sicuro!
Oggi mi fermo a salutare con un fiore una mia consorella che improvvisamente è andata incontro al Padre. Non ci ha dato il tempo di pensarci, ci ha solo detto che aveveva un po di dolore! Non si è mai lamentata in vita sua per nessun dolore e quando ha deciso di dirlo forse nemmeno lei pensava che con quel dolore ci stava salutando...! Amava i fiori e la musica, ma amava sopratutto non dire mai di no a qualsiasi cosa le venisse chiesto. Le dico ciao anche da qui chiedendo a tutti voi che passate a trovarmi di ricordarla al Signore con una anche piccola preghiera. Grazie

10/02/09

Quale silenzio?

Nella mia vita parlare di silenzio ha sempre avuto un riscontro molto chiaro. Uno dei cardini della vita contemplativa è questa dimensione così profonda che l'essere umano sperimenta nel suo cammino di fede e che l'accompagna nel quotidiano incontro con Dio, con gli altri e soprattutto con se stesso. La scelta di vivere una vita di silenzio non è e non può essere qualcosa imposta da fuori o da qualcuno: il silenzio lo senti prima dentro e poi lo vivi. Per me il silenzio è un momento sacro che l'essere umano ha la capacità di vivere senza nessuna pressione esterna ma semplicemente ascoltando il suo cuore. Il silenzio ti mette dentro delle domande così dure e così forti che richiedono un coraggio pazzesco perché tu le guardi in faccia anche se ti senti incapace di dare delle risposte o per lo meno di dare delle risposte valide per tutti. Quante volte nella vita capita di dover passare dei periodi o dei momenti che sembrano eterni, di totale silenzio intorno a noi e ci sentiamo come presi da una pinza e sospesi nel vuoto: la malattia che sta conducendo pian piano il nostro corpo alla morte o la fine di un rapporto o la disperazione davanti ad una situazione assurda di un'infinità di errori che improvvisamente portano a galla un nostro totale fallimento sul lavoro o negli affetti familiari, ci costringe a vivere nel silenzio un dolore così profondo che avremo invece bisogno di gridare e sbattere fuori dal nostro cuore. Oppure ci troviamo davanti ad uno spettacolo stupendo della natura, in cima ad una montagna o davanti alle cascate del Niagara e dentro di noi piomba un silenzio così profondo che restiamo come immobili e incapaci di dire o ascoltare qualsiasi cosa o persona perché siamo come catturati dentro di noi dalla bellezza che abbiamo davanti. Il dolore come la gioia e lo stupore accompagnano sempre l'esperienza del silenzio dentro di noi, perché ci danno la capacità di accogliere la nostra dimensione umana nella sua verità. Una verità fatta di limite e di infinito. Una verità che non puoi gridare e che non puoi tacere: è dentro di te, ti appartiene e ti accompagna per tutta la vita e per chi crede, anche dopo. Oggi senti dire spesso: " ora è il tempo di fare silenzio, che tutti tacciano, che il tale o l'altro è meglio che stia zitto!" Ma io credo che il silenzio non si possa fare, io credo che il silenzio non si possa chiedere o imporre a nessuno: io credo che dobbiamo vivere del silenzio e dopo possiamo aiutare gli altri a farne esperienza. Buona giornata!

26/01/09

Come passo le giornate?

Mi viene spesso rivolta questa domanda! Questa mattina dovrebbe arrivare in monastero un piccolo trattorino-tagliaerba. Siamo un po' tutte in attesa di fare la sua conoscenza e lo sono particolarmente io, che ho sempre tagliato l'erba con il solo decespugliatore. Da tempo avevamo pensato di acquistarlo ma un po' di pregiudizi e di paura aveva frenato il suo arrivo in monastero. Forse sembrerà strano, ma le giornate in monastero passano in fretta e quando si avvicina la primavera la voglia di vedere i prati e i giardini in ordine e ben curati è talmente grande che non ti rendi nemmeno conto del lavoro che ci vuole per ottenere un risultato almeno gradevole se non perfetto. Ma quello di cui ti rendi conto subito sono gli anni che hai e le forze che cominciano a diminuire! Quando qualcuno viene a trovarci ci dicono che ...siamo sempre giovani! E' un bel complimento che accettiamo volentieri non solo perché siamo donne, ma perché senza creme di bellezza e diete particolari, ci basta avere il volto incorniciato nel nostro soggolo per farci dare 20 anni di meno! Ma quando si tratta di lavorare è inutile far sconti: quello che si faceva a 2o anni non si fa più a 50! Cambia però solo il modo di lavorare e i mezzi, non cambia certo il fatto che la mia giornata non è fatta solo di tempi di preghiera, ma anche di lavoro. In monastero non c'è un tempo sindacale, 5-4 o 8 ore di lavoro! C'è una vita che vivi ritmata da esigenze importanti che ti accompagnano quotidianamente: non finisce la preghiera quando vai in cucina o a pulire degli ambienti, perché quando sei in rapporto di amicizia con qualcuno non occorre stare insieme tutti i minuti del giorno per sentirsi più amici. Lo si è e basta! Allora a chi mi chiede come passo la mia giornata posso dirgli che mi alzo presto come tantissimi operai che vanno in fabbrica a lavorare all'alba e passo almeno le prime ore della mia giornata a pregare e poi continuo a farlo nel lavoro o nel servizio che la comunità mi chiede o che la carità mi fa scoprire. Non è importante però sapere che taglio l'erba o che faccio la sacrestana, lavando, stirando come una qualsiasi mamma di questo mondo, è importante forse sapere per chi e perché lo faccio. La scelta della vita contemplativa è da sempre vissuta come la scoperta di una dimensione fondamentale della vita dell'uomo: posso fare qualsiasi cosa, dalla più piccola alla più grande spinta da una motivazione o posso farla solo per necessità o per istinto. Se la mia giornata ha un perché e un senso è perché camminando su questa strada ho visto un orizzonte davanti a me e mi sono sentita attratta dalla voglia di raggiungerlo! Oggi ci sentiamo attratti da tante cose ma quelle che sono capaci di darti la serenità dentro sono poche. In fondo la ricetta è semplice: seguire il bene, volere il bene, costruire il bene, condividere il bene significa avere un Bene dentro che nessuno ci potrà mai togliere. La mia giornata? La passo cercando il Bene per me e per gli altri, non importa come o quanto, quello che è importante per me è non fermarmi sulla strada, ma guardare l'orizzonte. Ciao!

15/01/09

Continuiamo la festa!

"Signore, facci vivere la nostra vita non come un gioco di scacchi in cui ogni mossa è calcolata, ma come una partita in cui tutto è difficile,
non come un teorema che ci fa rompere la testa, ma come una festa senza fine in cui si rinnova l'incontro con Te,
fa che sia come un ballo, come una danza,
tra le braccia della tua Grazia, nella musica universale dell'Amore.
Signore, vieni ad invitarci!". Madeleine Delbrel
A volte nella vita non sappiamo che strada prendere, vorremo seguire un percorso, ma ci sono tanti ma e tanti se, vorremo fidarci di qualcuno, ma abbiamo avuto tante delusioni e non riusciamo a farlo, vorremo provare a cambiare, ma in fondo stiamo meglio come siamo sempre stati piuttosto che affrontare la paura di una svolta. Signore, vieni ad invitarci a vivere la nostra vita e a metterla nelle tue mani.

03/01/09

Epifania...tutte le feste porta via???

Mi ha sempre colpito questo proverbio perché l'ho sempre sentito come una presa in giro di chi fino a quel momento ha cercato di vivere , chi più chi meno, in diversi modi, nei giorni del tempo del Natale, un momento di serenità e gioia. Se una festa è capace di portare via tutto ciò che l'ha preceduta, non è una festa ma una grande tristezza. E se è vero che si spengono le luci e i colori, che finiscono le euforie dei cenoni e dei concerti, io non posso assolutamente pensare che quel bisogno di festa che ogni uomo porta nel cuore possa essere spazzato via dal volta pagina del calendario o dalla fine delle ferie o vacanze che siano. In questi giorni la tristezza ha attanagliato il cuore di tanti di noi nel vedere o nel sentire le bombe sulla striscia di Gaza, ma quel sussulto di umanità che Papa Ratzinger ha chiesto al mondo di avere è diventato per ogni uomo di buona volontà un singhiozzo e un dolore profondo. Credo che anche nella vita della persona più indifferente la tragedia di una guerra non consenta di chiudere gli occhi e le orecchie davanti alle centinaia di uomini e donne e bambini che non hanno nemmeno il tempo di alzare gli occhi al cielo.
Ricordo da bambina la mia festa dell'Epifania come un momento bellissimo, ricco di doni, poveri, semplici, ma enormemente grandi agli occhi miei e dei miei fratelli, ricordo la festa nell'oratorio salesiano e le corse con i sacchi, ricordo la notte di un anno quando io e mio fratello ci siamo alzati nel cuore della notte per giocare nel salotto con la nostra prima ed unica bicicletta , ricordo la tombola giocata a suon di noccioline e di mandarini con i nostri nonni! No, la festa non finiva quel giorno, la festa continuava grazie al clima del Natale appena trascorso quando si riusciva a fare un primo passo verso il perdono delle inevitabili beghe di famiglia che durante l'anno e a volte per anni e anni avevano amareggiato piccoli o grandi, quando si riusciva a pensare a chi stava peggio di noi e si condivideva anche il carbone , quando si sentiva l'esigenza di stare insieme non davanti alla televisione ma davanti al profumo di certi dolci che solo in quei giorni vedevi sbucare fuori dagli armadi accompagnati da qualche bottiglia conservata per le belle occasioni. E si cantava!
In monastero nei giorni che seguono il Natale, le monache (credo che sia così per tutti gli ordini religiosi) , cantano la sera le canzoncine antiche del natale, davanti al presepio, quelle che una volta si cantavano per le strade o nelle chiese di paese. Quelle che ci sono state tramandate da secoli, sempre le stesse e che magari oggi fanno anche un po' sorridere per la loro strana poesia, ma che avevano ed hanno il magico potere di custodire nel cuore il più profondo bisogno di pace che l'uomo vive nel suo cuore.
Non lasciamo che nessun proverbio e meno che meno nessun problema ci porti via dal cuore questo bisogno e per quanto ci è possibile costruiamo ancora giorni di festa per noi e per gli altri. Le tragedie di chi perde una persona cara nel modo più infame possibile o di chi perde un lavoro o di chi conta i giorni e i minuti sopra un letto di sofferenza o di solitudine o di chi sbarra gli occhi davanti ad un carro armato non uccidano mai la nostra speranza e la nostra possibilità di cercare il bene e di detestare il male con tutte le nostre forze. Ciao!