21/03/20

Di cosa moriro?


(non state a leggermi se sono troppo lunga... ma solo se avete più tempo da perdere in questo tempo di pausa forzata per tutti! )

Quando una giovane suora di soli 24 anni versava in gravi condizioni fisiche e stava per arrivare a quel giorno fatidico in cui sarebbe passata all'altra riva, le sue consorelle un po troppo curiose, sapendo che lei era una persona speciale, le chiesero in confidenza: " ma tu, di cosa morirai?" (Era malata di tubercolosi. ) E lei proprio perché era speciale diede la risposta più assolutamente normale che esista al mondo:" morirò di morte!" E ancora" Ma non sarà la morte a cercarmi bensì il buon Dio". E quando la morte per davvero bussa alla sua porta lei dice a chi le sta intorno che" non muoio. Io entro nella VITA"
Si chiamava Teresa del Bambin Gesù o Teresa di Lisieux come è più conosciuta.
In questi giorni così duri per tanti di noi, amici, familiari, conoscenti, sconosciuti, giovani o anziani, semplicemente italiani, europei o semplicemente abitanti di questo mondo, tutti abbiamo il terrore di combattere contro un nemico invisibile che attacca la nostra vita e purtroppo tante volte vince la battaglia e lascia nel dolore più duro tante famiglie. Anche se ...io sto a casa... come quasi tutti noi, mi capita ogni giorno di più di sentire persone piene d'angoscia, nel panico, con tanta difficoltà a vivere questa quotidianità anche quando, grazie a Dio, non si è positivi al coronavirus o peggio con familiari o persone care ricoverate in ospedale. E tutto sommato non è che io mi senta al di sopra di ogni sospetto, cioè non è che i miei pensieri siano sempre sopra le stelle del firmamento in un cielo spettacolarmente blu e pieno di sole! Ma anche quando l'orizzonte può in qualche modo nascondere i segni di speranza per mia fortuna mi viene incontro il patrimonio esistenziale di chi mi ha formato nei giorni della mia vita. Mi viene in mente mia madre e mi chiedo come avrebbe accolto e vissuto questi giorni se fossero stati i suoi e mi immagino che sarebbe stata h24 con il rosario in mano e con le candele accese davanti ai suoi innumerevoli santi in una supplica continua al Signore e alla Madonna. Mi vengono in mente tante persone che ho incontrato per 10 anni nei miei viaggi a Lourdes che anche se inchiodate da anni e anni sopra un letto o su una carrozzina hanno continuato a sperare grazie all'amore di chi viveva con loro e per loro, regalando a me e a tanti giovani molta più forza e gioia con i loro occhi e sorrisi di quanto si potesse anche lontanamente desiderare al mondo. Mi vengono in mente tanti miei amici sacerdoti, la maggioranza dei quali oggi sono davanti al volto di Dio, che, a differenza della esperienza di Celentano nella sua canzone "Azzurro" , un prete per chiacchierare l'ho trovato tante volte e hanno speso il loro tempo e la loro pazienza a sostenere la mia giovinezza e ad insegnarmi con la loro testimonianza ( che per grazia di Dio nella stragrande maggioranza dei casi è stata splendida, cristiana e umanamente arricchente!) i veri valori della vita; l'amicizia, la sincera donazione agli altri, la condivisione, gli ultimi e i poveri come compagni di viaggio, la libertà di spirito e la famiglia, quella originale e quella che mi è stata donata, e infine la scelta di fede responsabile e vitale. Penso ancora alla formazione ricevuta in monastero, alle tante sorelle e confratelli che il Signore mi ha dato per oltre 37 anni con la loro esperienza di vita personale e con quella comunitaria che abbiamo avuto la grazia di vivere insieme. Penso a tutto questo e a tanto altro e mi sento piena di vita, di vita altrui, di vita vissuta tra momenti molto dolorosi e gioie immense e impossibili da dimenticare. E allora mi dico; come morirò e di cosa morirò? Mi verrà un infarto, in ictus e passerò lunghi giorni in ospedale, avrò un incidente con la macchina o capiterà un terremoto e morirò sotto le macerie come tanti nostri fratelli che in questi ultimi anni hanno perso la vita mentre dormivano? Un malattia arriverà improvvisa e dovrò lottare anch'io contro il tempo per superare cure devastanti? O ancora più reale e purtroppo prevedibile ai nostri giorni: un attentato terroristico mentre in una giornata piena di sole hai solo il torto di essere al supermercato a fare la spesa o su un treno per raggiungere in un fine settimana la tua famiglia per passare un momento di festa con loro? Potrei continuare l'elenco all'infinito ma non cambierebbe il finale; morirò di morte! E allora perché questo benedetto virus mi deve togliere il respiro? No, non glielo permetterò! Voglio vivere e con l'aiuto di Dio, voglio entrare anch'io un giorno in quella stessa VITA che tanti altri nostri amici, fratelli e sorelle vivono già in pienezza. E tra questi ci sono oggi tutti quelli che in questi mesi, in Italia e altrove, hanno perso questa battaglia contro questo virus, ma che dal cielo di certo aiuteranno tutti noi a vincere la guerra contro la disperazione e l'angoscia e la paura. Buona domenica!


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19/03/20

Rimedi naturali contro i vari virus che possiamo incontrare nella vita.

Questa mattina, ascoltando la Santa Messa del Papa e ascoltando il suo invito all'adorazione, mi sono ricordata di quando facevamo l'adorazione eucaristica in monastero e alla fine, le nostre anziane ci dicevano: porta l'incenso che sta ancora bruciando nel turibolo nei corridoi e nelle celle perché l'incenso manda via i microbi! Confesso che ho sempre riso di questa credenza. Ma per farle contente, specie il giovedì santo, andavo in giro per la casa con il turibolo quasi a benedire simbolicamente anch'io la casa e noi stesse. Oggi mi sono ricordata di tutto questo e siccome in casa ho un bel pacchetto di incenso che ho portato con me dal monastero, ho acceso l'incenso e sono andata a profumare questo piccolo eremo con il cuore rivolto a Dio nella preghiera per tutti coloro che stanno lottando contro questa drammatica pandemia.
Ma ho anche cercato su internet se questa tradizione delle mie consorelle anziane era in qualche modo convalidato scientificamente e con mia sorpresa ho trovato tanti riscontri in merito: https://www.macrolibrarsi.it/speciali/incenso-benzoino-tutti-i-benefici.php

16/03/20

Primavera per la vita!

Buon giorno!
Non so più chi mi segue su queste pagine: forse nessuno, forse qualcuno ancora si affaccia sul web su questo blog!  Ma mai come oggi sento il bisogno di scrivere, di condividere i miei pensieri e sentimenti. Siamo nel pieno della esplosione della primavera che si apre alla vita con la natura nonostante i nostri incoscienti attacchi alla bellezza che il Creatore ha donato a tutti noi. Avremo tutti voluto parlare di primavera, di fiori, di nidi di uccelli, di cieli azzurri e invece parliamo di ospedali pieni di malati gravi, di migliaia di persone chiuse in casa, di chiese e obitori pieni di salme di tanti nostri fratelli e sorelle che improvvisamente in pochi mesi sono andati a vedere il volto di Dio senza che nulla potesse far loro pensare che questo passaggio fosse così imminente. E' davvero drammatico trovarsi immersi in così poco tempo in una situazione che mai e poi mai avresti nemmeno pensato di vivere in prima persona.  Sono una suora  e il fatto di trovarmi chiusa in casa  lontana dagli affetti più cari, è una realtà che ho scelto tanti anni fa con molta lucidità e direi anche con gioia perché la vita che ho scelto di vivere è una vita che non esclude, che non priva, che non limita spazi e confini ma al contrario ti unisce in un legame molto più forte e profondo con fratelli e sorelle che non sempre  hanno i soli  confini di sangue o d'amicizia. Ma trovarmi per la prima volta in vita mia davanti a qualcosa che non solo ti allontana da quei segni che nella mia giornata erano come scontati e forse mai pienamente e profondamente vissuti se pur nel mistero come l'Eucarestia quotidiana, la condivisione della tua fede con i fratelli e le sorelle, quel sentirti ed essere chiesa dentro uno spazio anche fisico che racchiude una Presenza che accompagna gli istanti e i battiti del tuo cuore 24 ore su 24. Trovarmi davanti a un computer, ad una televisione e cercare di sentirmi in comunione, vicina, quasi fisicamente tenuta per mano (in tempi in cui anche questo gesto è proibito!) dal Papa, da fratelli sacerdoti che non vedi da una vita e da quelli che da qualche tempo senti solo con un telefono, e  leggere meditazioni, che in tempi più sereni scandivano le giornate della tua quaresima vissuta dentro un monastero, tutto questo ha in parte colmato la mia solitudine e facilitato il mio accogliere queste misure necessarie restrittive di questo mio piccolo spazio vitale . Rallegrarmi ogni qualvolta grazie ai social puoi sapere se il tal convento sta bene, vedere le loro foto o i loro video che ti dicono che pur lottando e soffrendo i sacrifici  che tutti vivono, la speranza non ci abbandona. Ma tutto quello che può in qualche modo toccarmi più da vicino è niente in confronto a quello che tanti nostri fratelli e sorelle stanno vivendo oggi.  Io non ho vissuto la guerra, non ho mai vissuto esperienze drammatiche di esodo, di miseria, di bombardamenti, di violenza, ma  ho sentito i racconti di miei nonni e dei miei genitori, ho accolto le lacrime di una consorella che ha conosciuto la vita in campo profughi negli anni più teneri della sua vita, ho sentito tantissime volte il racconto di vita dei giorni attuali di tanti miei fratelli missionari e missionarie che ogni giorno...molto lontani dalla nostra pacifica vita occidentale, danno la vita tra i  saccheggi ai villaggi  e la morte più orribile di tanta povera gente la cui vita vale molto meno di un granello di polvere. Oggi mi sento coinvolta in tutte quelle corsie dell'ospedale dove tanti, troppi, nostri connazionali e non solo, stanno lottando per poter ancora vedere un giorno di questa primavera che li ha fatti sprofondare, insieme a tutte le loro famiglie, ai loro amici e colleghi, in un inverno dei più rigidi che mai avresti nemmeno immaginato di vivere. Un inverno che sembra più un inferno  di dantesca memoria e che è difficile, molto difficile sognare di vederlo presto all'orizzonte cambiare da un cielo illuminato con  uno splendido arcobaleno che dimostra al mondo intero la fine di un brutto temporale.  Penso a tutti quei medici infermieri,volontari, militari e forze dell'ordine e perché no, anche a tutti i nostri politici che lontani da polemiche e inutili litigi, stanno sforzandosi onestamente di trovare le migliori soluzioni per far fronte a questa immane tragedia e che sono stremati e che non possono permettersi il lusso nemmeno di dare un bacio ai loro bambini o di fermarsi un attimo a sorridere ai loro cari, quasi ad allentare la tensione nella quale sono ingabbiati da settimane e settimane per strappare alla morte anche un solo uomo o donna o giovane o anziano e peggio ancora ad un bambino! Penso e soffro con loro. Penso e mi sento scoppiare in testa una canzone di un giovane cantautore dei nostri tempi che ti dice: "prima di sparare, di dire , di giudicare, prova a pensare, resta un attimo soltanto  un attimo di più , con la testa tra le mani! Pensa! Perché ci sono stati e ci sono uomini che con coraggio e dedizione hanno scritto e scrivono pagine di vita"  anche per me, anche per te, per tutti noi! Pensa che la speranza dipende da noi, da me e da te, da tutti noi. La speranza è questa esplosione di primavera che tra i sassi fa fiorire per prime margherite e viole tra i sassi e nei deserti della nostra vita. La speranza è sorella della Fede, si, ma è anche un legame indissolubile con  una umanità   capace di accogliersi, amarsi e sentirsi davvero tutti sulla  stessa barca a cercare e a volere un bene molto più grande di cui tutti, nessuno escluso, abbiamo bisogno.