30/06/08

Giorni di speranza!

Un po' per il caldo, un po' per i diversi momenti particolari che stiamo vivendo da alcuni mesi a questa parte nella mia comunità, il tempo passa e non riesco a scrivere. Abbiamo appena concluso tre giorni di riflessione sulla speranza prendendo spunto dall'enciclica del Papa, insieme ad un nostro confratello. Non è che il caldo ci lasciasse riflettere molto, ma speriamo che qualcosa resti nel nostro cuore per vivere i nostri giorni con uno sguardo sempre più radicato in quella Speranza attraverso la quale siamo salvati. E pensando a come fare uscire dalla tastiera questa speranza , mi è venuto in mente di raccontare un po' di più della mia vita, quella che normalmente fa paura...perché a volte si pensa a certi aspetti della clausura come a qualcosa di assurdo per la mentalità odierna. Per esempio la Regola di vita che guida le nostre giornate. Mi capita di sentire a volte le persone che dicono che le "regole" delle suore di clausura sono molto rigide! Io non so cosa s'intenda per rigidità, ma sono convinta che forse, chi ci "pensa" qui dentro ci pensa un po' come in prigione. Ma la differenza è immensa. Innanzitutto la prima regola di una monaca di clausura è quella di entrare spontaneamente in convento e di uscirne, altrettanto spontaneamente... se questa non fosse la sua strada! E questo non succede certo in nessun posto al mondo dove si devono passare dei lunghi o brevi periodi di detenzione. La seconda cosa è che entrando in convento ci viene fatta una proposta che viene espressa in uno stile, in un orario, in un insieme di cose che serve un po' come un codice stradale: se lo usi, raggiungi lo scopo per cui sei alla guida di una vettura e vai dove devi andare. Nella nostra Regola di vita, ci viene detto che la prima cosa che farà la monaca è quella di meditare giorno e notte la Parola del Signore! Questo perché chi entra in convento lo fa perché sta camminando con una Persona e questa Persona che è Cristo ti accompagna con la Sua Parola attraverso la liturgia che celebriamo insieme nelle diverse ore al giorno, nella lettura personale che ti permette di cercare risposte e di condividere con altre persone fatiche e domande inevitabili nel cammino quotidiano. Ancora ci accompagna nella vita di fraternità dove la Parola si fa carne quotidiana attraverso la mediazione delle sorelle con le quali vivi. Non è che in convento si giri dalla mattina alla sera con la testa incandescente...ma certamente, ascoltando ogni giorno quanto ti viene trasmesso dall'amore di Dio attraverso la sua Parola e attraverso i ...vari cartelli stradali che incontri nella giornata, capisci che la tua vita e la vita delle tue sorelle è una storia, che pur tra debolezze e povertà, ti affascina e continua ad essere un libro aperto con tantissime pagine tutte da leggere. Mi pare che in questi giorni il Papa vada in vacanza, prima di affrontare i giovani . Anche noi monache andiamo in vacanza...senza uscire dal convento e con il vantaggio di non dover prenotare alberghi o aerei! La prossima volta che trovo un altro momento per fermarmi...vi racconto cosa facciamo noi...quando andiamo in ferie. Buone vacanze!

20/06/08

Amicizia: sembra facile...però è rara, ma non impossibile!

A volte parlare di ciò che si condivide tra amici è come togliere un ala ad un uccellino: per volare ci vogliono tutte e due. Ed è per questo che non voglio solo parlarvi di un momento stupendo che ogni anno viviamo noi monache insieme alla nostra parrocchia lungo il viale del monastero, ma vorrei anche mostrarvi con qualche foto una realtà che da più di dieci anni unisce l'amore per il Signore alla gioia di fare qualcosa insieme per Lui e con Lui. Sono sempre stata convinta che ciò che fa nascere tra le persone un sentimento forte come quello dell'amicizia sia qualcosa che supera le stesse persone e che non sarà mai un caso l'incontro che permette a due o più persone di creare qualcosa di bello insieme e di lasciare nel tempo e nello spazio un impronta di un sogno che appare improvvisamente su questo piccolo quadratino di terra dove Dio ti ha piantato. In occasione della processione del Corpus Domini, giovani, ragazzi, mamme e papà, catechisti ed operai si ritrovano per delle settimane a preparare, alla fine di una giornata di lavoro, un opera d'arte che ogni anno fa spazio ad ogni fantasia, ad ogni simbolo e ad ogni richiamo soprattutto attraverso la bellezza dei fiori e l'arte del disegno per cercare di essere una preghiera, di lode e di supplica, personale, familiare o comunitaria, da offrire al Signore. Per noi che seguiamo dal monastero questa impresa è un appuntamento che ogni anno si rinnova nella gioia di collaborare e nel conservare e poi nel donare ogni più piccolo fiore o pigne o quant'altro può essere utile per i nostri amici della parrocchia.
Sono questi piccoli o grandi momenti d'amicizia che ci fanno sentire molto legati ai nostri fratelli della Parrocchia: passando a ritirare i fiori non mancano di fermarsi a raccomandarci le loro famiglie, o a confidarci dolori e sofferenze a volte davvero grandi.
L'amicizia oggi non è facile, la gente è molto sola, porta dentro il proprio cuore il peso enorme della paura, sia del presente che del futuro e quando trovano qualcuno disposto ad ascoltarli e al quale affidare almeno per un istante il proprio cuore, lo fanno con una semplicità disarmante. Il Signore parlando ai discepoli ha detto loro "Vi ho chiamato amici" perché tra Lui e loro c'era un rapporto di fiducia, di confidenza, di condivisione, di speranza! Questa amicizia è una delle tante cose che oggi più che mai abbiamo tutti bisogno di vivere, di donare e di accogliere.
p.s. poichè noi monache non vediamo mai dal... vivo quest'opera d'arte dei nostri amici, per la nostra scelta della clausura, ho potuto parlarne solo oggi perchè mi hanno portato le foto e così ho pensato di condiverle. Ciao!

13/06/08

C'è bisogno di sole!

Un mio vecchio padre spirituale diceva che nei conventi, sia di frati che di monache, ci sono due categorie di persone : i fissati e gli spostati! I fissati sono quelli che non vogliono mai cambiare nulla, che si sentono i paladini del "si è sempre fatto così", del fatto che se è andato bene per chi li ha preceduti deve continuare ad andare bene anche per le generazioni seguenti in eterno o quasi, che difficilmente riescono ad accettare un cambio di convento o di ufficio, che non vedono di buon occhio le novità della chiesa...conciliari o meno, o se le devono proprio accettare le fissano dentro nuove regole senza entrare dentro lo spirito che le anima. Gli spostati sono quelli che non riescono ad avere radici, che sono sempre inquieti, perché qualsiasi cosa decidi non va mai loro bene, che di regole non ne voglino proprio sentire parlare anche se le hanno liberamente scelte e volute, che cercano sempre una novità che in qualche modo rompa la quotidianità, non importa se non serve a nulla, basta che ci sia qualcosa di diverso dal giorno prima; ma sono anche quelli che sono più disponibili ad un cambiamento di servizi nella comunità, che sono adatti a fare tutto perché per il gusto della novità hanno imparato a fare di tutto e di più, che hanno più fiducia e speranza nei cambiamenti altrui anche a costo di restare delusi e di pagarne il prezzo in caso di fiasco clamoroso. Sono decisamente più accoglienti nei confronti del diverso, sia umano che materiale e non hanno paura di vedersi mancare il terreno sotto i piedi al primo temporale che si presenta all'orizzonte. Ma spesso non hanno punti fermi nella loro vita sia di fede che di relazione per cui quando i temporali sono un po' più violenti degli altri, c'è un crollo devastante dentro e fuori di loro. Siamo tutti un po' fissati e spostati ma dove trovare un equilibrio che ci renda un po' meno fissati e un po' meno squilibrati? In questi giorni la natura ci sta dando una vera lezione anche se non sappiamo se per colpa nostra e dei nostri danni fatti all'equilibrio della creazione, o se davvero in Italia sta modificandosi qualcosa nel nostro clima: certo è che siamo così abituati ad avere sempre il sole da maggio a settembre che scalda e brucia sopra le nostre teste che questa pioggia ci ha proprio preso a noia! C'è bisogno di sole, di caldo, di equilibrio, dentro e fuori di noi e visto che non possiamo imporlo con una bacchetta magica, cerchiamo almeno di aspettarlo ogni giorno, sperando che sia il giorno giusto, con la speranza che prima o poi, il nostro fratello Sole illuminerà e riscalderà la nostra giornata. Ciao!

01/06/08

Ancora pensieri sulla solitudine monastica!

" Tu sei la luce che splendi in silenzio,
sei dentro l'arcobaleno di pace:
gioia, piacere d' amare, di vivere
piccolo e grande dai nomi infiniti"
P. Davide M. Turoldo
Quando ascolto il vangelo di ieri, quello sulla casa fondata sulla roccia, mi viene subito in mente una riflessione che ho fatto all'inizio della mia vita monastica e che sento vera ancora oggi. Quando sono entrata in convento non ero abituata al silenzio e alla solitudine e man mano che passavano i giorni mi rendevo conto che tutto ciò che credevo sarebbe stato un sacrificio, una difficoltà da affrontare per vivere la scelta che avevo fatto, era invece una nuova dimensione che veniva fuori senza nessuna fatica, come qualcosa che hai dentro un armadio da tantissimo tempo, ma che non avevi mai visto e un bel giorno viene fuori e ti sorprende che sia li. Mi sono ritrovata così ad accorgermi di pensare, di ascoltare i miei sentimenti, le mie emozioni, i miei affetti e le mie piccoli o grandi scoperte della quotidianità, sotto la luce della Parola di Dio che durante la giornata, nei vari momenti di preghiera con la comunità e personali, mi veniva incontro e mi dava una chiave di lettura e di riflessione oltre che di stimolo e di stupore per la puntualità con la quale si rendeva attuale nella mia vita d'ogni giorno. Spesso mi viene chiesto come si può vivere una vita di totale dedizione alla preghiera: credo che per capirlo bisognerebbe fare questa esperienza, perché la preghiera che noi viviamo in monastero è vita, proprio perché dentro ogni piccola o grande cosa entra questa Luce che a volte ti precede nell'Eucarestia quotidiana, a volte ti accompagna nella liturgia delle ore che scandiscono il giorno, a volte ti raggiunge solo qualche istante prima di andare a letto o attraverso un libro o una parola che ti ritorna in mente e non per caso, ma che fa sentire sempre e comunque al tuo cuore che la tua esistenza ha un Casa, fondata sopra una roccia e che nonostante le difficoltà e le prove dona ai tuoi giorni un sapore di speranza e di pace.