06/09/09
E chi l'ha detto che le spine non sono dolci?
Raccogliendo l'invito di Diggiù, oggi sono andata a spasso un po' nel nostro giardino. Da tantissimi anni aspettavo questo momento: non è mai facile riuscire a far ambientare le piante in climi che non sono i loro, ma uno ci tenta sempre anche perchè i loro frutti sono squisiti! Ed è così che più di 15 anni fa chiesi a mio fratello di portarmi qualche foglia di fico d'india perchè volevo tentare di fare una coltivazione di fichi d'india. Il primo anno ci fu un grande entusiasmo, le foglie misero subito radici e cominciarono a fare le foglie nuove. Il secondo anno alcune spine fecero sperare in possibili fiori...ma solo altre foglie videro la luce! Intanto la pianta cresceva, si faceva proprio bella, anche se le gelate dell'inverno la riducevano ogni anno all'osso! E così, andavo avanti a sperare, anno dopo anno, ma ogni anno che passava la pianta diventava vecchia, si, proprio vecchia: alla base sembrava un grosso tronco di qualcosa d'indefinito mentre in cima aveva sempre nuove foglie e naturalmente niente fiori. Fino a quest'anno. All'inizio della primavera l'ho potata, era diventata troppo ingrombrante ed era li quasi a sfidarmi: sembrava che mi chiedesse se avevo ancora fiducia in lei! Forse per quel legame fortissimo che ognuno di noi porta sempre nel cuore con la propria terra e le proprie origini, ho continuato a guardarla con tenerezza e si, con la speranza che prima o poi mi avrebbe accontentato! Poi un giorno ho scoperto i primi fiori, solo tre, ma per me sembravano una montagna! Già li sognavo, intravedevo con la fantasia quando sarebbero cominciati ad ingrossare, quando avrebbero cambiato colore...! Sapevo che ci avrebbero messo del tempo, sono squisiti e quindi si fanno preziosi e si fanno attendere! E così non mi sono nemmeno accorta che in questi mesi stavano maturando. Fino ad oggi! Guardarli con una certa soddisfazione mi ha fatto pensare ad altro. A volte nella vita ci sono più spine che fiori, proprio come nei fichi d'india. A volte queste spine ci sembrano di un dolore insopportabile, sono tantissime e piccolissime e sembra che non finiscano mai di ferirci. Ma poi un giorno scopri la bellezza di quanto ti hanno regalato e dimentichi in un attimo il tempo che hai dovuto aspettare! Non dico che senza spine anche le rose sarebbero più belle! Ma penso che nella vita, come nei fiori, certe spine rendono più dolci i loro frutti e che la creazione è sempre a nostra disposizione per insegnarci la bellezza della vita. Ciao!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Già i frutti più buoni sono quelli che richiedono più tempo e spesso parecchi sacrifici, ma se si aspettare fiduciosi arrivano eccome se arrivano!
RispondiEliminaTanta gioia!
Grazie Maria Carmen per questo post.
RispondiEliminaSe nella vita non ci fossero le spine, non sarebbe tale. Le spine, anche quelle più acuminate e dolorose, quando passano lasciano tanta voglia di vivere. Il Signore non ci fa soffrire più di quello che possiamo sopportare.
Hai mai pensato che quella pianta di fico d'india ha attecchito e resistito perchè si è sentita amata e curata resistendo ai freddi inverni della montagna toscana. Tanta dedizione ha meritato un premio. Tre frutti e chissà il prossimo anno quanti ne farà.
La prossima volta che andrò in Sicilia voglio provare ad assaggiarne uno. Mi sa che sono buoni.
Se hai tempo passa da me. Ho postato le foto che ho scattato in montagna.
Un abbraccio.
diggiu
La prossima volta Gigiù, se vuoi assaggiare il frutto dei ficodindia, devi scendere a settembre o fine agosto. T posso garantire che sono buonissimi!!! Il frutto è conservato come un tesoro prezioso, perchè difeso da spine piccolissime, ma fastidosissime! E' (il frutto) come tutte le cose belle che ci offre il Signore: bisogna guadagnarselo.
RispondiEliminaTanta gioia!
dopo che il dolore è passato e le spine sono state ricacciate fuori è facile parlare ma quando la spina ce l'hai conficcata dentro non so se si può parlare e ragionare in questo modo. A volte le amarezza sono proprio tante e fanno star male.
RispondiEliminaun abbraccio
No, non è mai facile parlare. Le amarezze e le ferite che ognuno di noi ha dentro, niente e nessuno può cancellarle, ma il dolore si può accogliere in modo diverso: si può vivere la disperazione per le spine che ci fanno sanguinare o si può ruscire a vedere che magari, attraverso di loro, ci sono state cose positive che non avremo mai immaginato di sperimentare. Questo era il senso di quanto volevo dire e ti posso assicurare, che non solo per me e per tutti noi comuni mortali le amarezze fanno stare proprio male, ma davanti al dolore e a certe spine nel fianco c'è solo una cosa che può far del bene ed è il silenzio e lo tare accanto con affetto sconfinato. grazie per il tuo commento e un abbraccio a te.
RispondiEliminaCiao Maria Carmen!
RispondiEliminaOgni tanto passo per venirti a trovare e leggere qualcosa.
Rileggendo questa sera quanto hai scritto sulle "spine" ed i vari commenti, mi è balzata nell'anima una breve meditazione di Chiara Lubich, che trascrivo:
DUE COSE SEGRETE
Due cose debbo tenere segrete: l'amore e il dolore.
Perché l'amore è il dolore col quale Egli mi ama, o si ama in me, e il dolore è l'amore col quale io Lo amo.
La luce invece va donata.
(Scritti spirituali/1)
Luigi