03/01/08

Buon anno...se lo vogliamo!

Buon anno! In questi giorni non ho avuto la possibilità di fermarmi su queste righe, ma sono convinta che non sono mancati per ognuno di noi occasioni per incontrare gli altri e per vivere insieme, condividendoli, i momenti più cari al nostro cuore. Una volta di più ho avuto modo di rendermi conto attraverso le persone che ho sentito in monastero , che il natale è un momento davvero importante dentro di noi, anche se nella maggioranza dei casi, non è un natale cristiano, cioè non è un giorno che io ricordo e festeggio perché è il più importante del mio essere cristiano, perché vivo una relazione diretta con Qualcuno, ma è un momento di tenerezza, di affetti, di calore, di amicizia, di doni, di festa, che spesso è totalmente staccato dalla Persona per la quale tutto questo è importante. Lo viviamo gli uni per gli altri, ci sentiamo disponibili, sentiamo il bisogno di stringerci intorno e di lasciare fuori dalla porta di casa almeno per un giorno i nostri problemi e le nostre difficoltà per respirare almeno un paio d'ore di serenità. E dire che se riuscissimo ad avere una relazione con Lui...di ore di serenità forse ne vivremo molte di più e anche tra noi le cose potrebbero andare meglio! Ma preferiamo altro, preferiamo solo chiamarci cristiani senza avere la pretesa di esserlo o l'ambizione di volerlo diventare. Mi capita spesso di sentire persone che mi dicono con una semplicità disarmante che ... si, è stato un bel natale, sereno, ma non sono andato in chiesa e meno che meno posso perdonare quella faccenda successa a casa con i miei parenti o con certi amici! E' vero che non è facile perdonare e non è nemmeno obbligatorio andare a cercare un prete per confessarsi il 25 dicembre o saltare il cenone o la piazza, per andare a Messa. E' vero, nessuno ce lo chiede: però allora perché parliamo di natale? Ma se il Natale non è la nascita di Gesù Cristo cosa ce ne facciamo??? Se Lui non riesce ancora a nascere nella mia vita perché devo celebrare un Natale? Me lo chiedo ogni anno quando arriva il Natale: me lo chiedo per me, me lo chiedo per le persone che amo, me lo chiedo per chi non si pone il problema. L'altro giorno mi è capitato di leggere una notizia su un giornale locale: un ragazzo ha chiesto al parroco o al suo vescovo, non ricordo, di "sbattezzarsi", cioè di essere liberato dal battesimo, perché si proclama ateo e crede in una laicità dello stato, per cui non vuole più essere riconosciuto, in forza del battesimo, come cristiano. A parte il fatto che uno può anche decidere di smettere di vivere il cristianesimo, ma non può chiedere ne a Dio ne alla chiesa di non considerarlo più suo figlio, per quanto peccatore possa essere, forse dietro questa richiesta ci sono delle cose che fanno riflettere.Stiamo iniziando un nuovo anno, ce lo auguriamo tutti che sia buono, che la salute sia buona, che la pace e l'amore regnino nelle nostre case, ma non ci rendiamo conto mai a sufficienza che questo è alla nostra portata, che dipende da noi, da come vogliamo vivere questo nuovo anno. Se vogliamo finalmente vivere il Natale, se ascoltiamo almeno per un giorno cosa è venuto a fare Gesù Cristo su questa terra e cosa ci ha proposto di vivere , forse corriamo il rischio di cambiare il corso del nostro nuovo anno e nonostante la terribile distruzione che la guerra continua a portare in tanti angoli della terra e nonostante continui ancora oggi il martirio degli operatori di pace, e nonostante tanti bambini innocenti continuino a morire per l'odio e l'egoismo degli adulti, noi possiamo accogliere dentro di noi Il Signore e portarlo a tutti quelli che incontreremo sul nostro cammino. Dal nostro rapporto con Lui dipenderà la nostra relazione con gli altri, sia che ne siamo consapevoli o no. Perché in un rapporto non ci sono cose da fare ma si vive in diretta quella vita che ti pulsa nelle vene. Auguri.

1 commento:

  1. Leggendo in rete, ascoltando discorsi in bus o al bar, si sente sempre che tutti vorrebbero un anno migliore, ma lo dicono come se a migliorare dovessero essere sempre gli altri, come se niente di male dipendesse da noi.
    Invece tutto, come dici tu, "dipende da noi".
    Non dobbiamo aspettare che siano gli altri a migliorare, aspetteremmo invano. E neanche dobbiamo darci da fare perchè il gli altri migliorino, ci daremmo da fare invano. L'unica cosa che possiamo, e dobbiamo fare è cercare di migkiorare noi stessi. È questo l'unico modo per migliorare il mondo, ed è l'unico che può dare dei frutti.
    Pace e benedizione
    Julo d.

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