13/04/08

Un salmo e tanti ricordi sempre vivi!

All'inizio di questo blog ho parlato di come inizia la mia giornata: aprendo una finestra e guardando all'alba un cielo pieno di stelle, cerco di vivere l'inizio di una nuova giornata con uno sguardo verso l'alto . In questi giorni qui da noi non ci sono proprio le stelle, ma una pioggia costante e il cielo è pieno di nuvole nere, ma dentro di me trovo in ogni caso molte occasioni per vedere il cielo illuminato da tante piccole stelle che attraversano la mia quotidianità . Domenica la chiesa ha celebrato la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, e per me è stato un momento di riflessione e di ricordi, anche perché nella celebrazione dell'ora terza sono rimasta particolarmente colpita da un salmo, il 121, che interpetra bene i miei sentimenti ogni qualvolta ripenso alla mia vocazione e a cosa significa per me essere in questo luogo, non solo spiritualmente ma anche umanamente. Entrare in convento per me è stato proprio un andare ...alla Casa del Signore ed è stato per me un momento di grande gioia che ancora oggi conservo nel cuore. Non c'erano ne familiari ne amici con me, perché non tutti capivano o accettavano la mia scelta, ma c'era solo una grande porta in legno scuro che si è aperta davanti a me come due braccia spalancate dentro le quali mi sono sentita a Casa, con una famiglia mia, con una nuova vita tutta da indovinare e da vivere con infinito stupore e anche...con tantissime risate! Sentivo che la mia vita, come quella di Gerusalemme, era costruita sulla roccia, era salda tra quelle mura che mi accoglievano, che ero li non per me, ma per chiedere pace, amore, riconciliazione, gioia, per quelli che amo, per quelli che amano Dio, per i miei amici e i miei fratelli, per una umanità intera che cerca il Bene senza trovarlo, e che vive spesso un male che l'attanaglia e la uccide. Pregare questo salmo è rinnovare la mia professione religiosa, è rinnovare un si che ogni giorno, dall'alba fino al tramonto loda il Nome del Signore, anche nelle giornate più grigie come questa che ho davanti a me in questo tempo quasi africano e che non riesce però a fermare la mia speranza che domani o forse in giornata si riaffacci il sole e la primavera continui a farmi sorridere e a cantare. ciao!
Quale gioia, quando mi dissero: "Andremo alla Casa del Signore"
E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme è costruita come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge di Israele, per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i seggi del giudizio, i seggi della casa di Davide. Domandate pace per Gerusalemme: sia pace a coloro che ti amano,
sia pace sulle tue mura, sicurezza nei tuoi baluardi. Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: "Su di te sia pace!".
Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il Bene.

2 commenti:

  1. È vero: accogliere la propria vocazione è realmente un arrivare a casa.

    Pace e benedizione
    Julo d.

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  2. Grazie. sr.M.Carmen, per questa tua preziosissima testimonianza in cui comunichi tutta la gioia di essere a Casa, nella casa che l’Amore di un Dio ha pensato per te. Un Dio dall’Amore “esclusivo”…
    Non ti ha fatto trovare familiari od amici, prendendoti in parola, senza appoggi umani, in un’avventura veramente divina, sperimentando la verità del vangelo “Chi avrà lasciato padre, madre… riceverà cento volte tanto in padri, madri, fratelli, sorelle…” in un tripudio di vita sempre nuova, perché rinnovata e purificata dal dolore che è amore.
    Penso anche alla mia chiamata, diversa, originale forse, in cui la mia Casa è il mondo, il mio convento è il mondo (in casa e fuori casa.) con tantissime stanze, molte luminose, altrettante al buio… e tutte abitate da fratelli e sorelle con cui “convivere”.
    Sono sposato e sono diacono, vocazione diversa dalla tua, ma abbiamo risposto tutti con cuore “indiviso” all’Unico Amore!
    Con la stessa gioia in cuore anch’io, anche noi, vogliamo dire: “Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: Su di te sia pace!
    Luigi

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