09/04/20

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Voglio condividere alcune riflessioni di Papa Francesco rilasciate oggi in un intervista virtuale con un giornalista inglese unito ad un video che mi è stato inoltrato da un amico: oggi una nostra giovanissima consorella è andata a fare Pasqua in Paradiso dopo un banalissimo incidente domestico lasciando nello sgomento più forte la sua comunità e tutti coloro che la amano. Sono tante le domande che nascono nel cuore. A volte certe risposte mi arrivano in modo strano ma mi arrivano.

"Dobbiamo affrontare il restare a casa con tutta la nostra creatività. O ci deprimiamo, o ci alieniamo – per esempio, con mezzi di comunicazione che possono condurci a realtà di evasione dal momento presente –, oppure creiamo. In casa abbiamo bisogno di creatività apostolica, creatività purificata da tante cose inutili, ma con nostalgia di esprimere la fede in comunità e come popolo di Dio. Ovvero: una clausura forzata con nostalgia, a uscire dal nostro isolamento deve aiutarci quella memoria che produce nostalgia e provoca la speranza”.
“La creatività del cristiano deve manifestarsi nell’aprire orizzonti nuovi, nell’aprire finestre, nell’aprire trascendenza verso Dio e verso gli uomini, e deve ridimensionarsi in casa. Non è facile stare chiusi in casa. Mi viene in mente in un verso dell’Eneide che, nel contesto della sconfitta, dà il consiglio di non abbassare le braccia. Preparatevi a tempi migliori, perché in quel momento questo ci aiuterà ricordare le cose che sono successe ora. Abbiate cura di voi per un futuro che verrà. E quando questo futuro verrà, vi farà bene ricordare ciò che è accaduto”.
“Avere cura dell’ora, ma per il domani. Tutto questo con creatività. Una creatività semplice, che tutti i giorni inventa qualcosa. In famiglia non è difficile scoprirla. Ma non bisogna fuggire, cercare evasioni alienanti, che in questo momento non sono utili”.
“Le persone rese povere dalla crisi sono i defraudati di oggi che si aggiungono a tanti spogliati di sempre, uomini e donne che portano «spogliato» come stato civile. Hanno perduto tutto o stanno per perdere tutto. Che senso ha per me, oggi, questo perdere tutto alla luce del Vangelo? Entrare nel mondo degli «spogliati», capire che chi prima aveva adesso non ha più" Papa Francesco

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